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Michele Fattori, Marcello Sebastiani: Gavagai

Michele Fattori, Marcello Sebastiani: Gavagai
Erano più di vent'anni che non ascoltavo un lavoro di Marcello Sebastiani, uno dei molti artisti italiani che, pur non avendo mai "bucato lo schermo," coltivano con cura e qualità il loro amore per la musica, dedicandosi anche alla didattica. A distanza di tanto tempo ho conservato il bel ricordo di un suo disco, Duets, nel quale dialogava con intimità con alcuni grandi musicisti come Claudio Fasoli, Tino Tracanna e il compianto Garrison Fewell. È stato così con piacere, ma non con sorpresa, che l'ho ritrovato in questo altrettanto intimo lavoro con il chitarrista e artista visuale Michele Fattori, in un progetto nel quale l'improvvisazione la fa da padrona fin dal titolo, che rimanda a un termine diventato famoso tra filosofi e studiosi del linguaggio, "gavagai," inventato dal filosofo statunitense Willard Van Orman Quine nel suo Parola e oggetto per rappresentare l'impossibilità della piena traducibilità tra lingue diverse e che qui simboleggia l'analoga impossibilità del completo passaggio dall'atto compositivo e quello performativo.

Ma, aldilà delle speculazioni filosofico-musicologiche, Gavagai è un disco delizioso per ispirazione, cura, pacatezza, nel quale i due musicisti, per poter dare il meglio di loro stessi, si muovono in piena libertà —inclusa quella di provarsene, nelle prime due tracce, per "vincolarsi" a due celebri brani rispettivamente di Charles Mingus e Miles Davis. È infatti reinterpretando "Pithecanthropus Erectus" e "Blue in Green" che Fattori e Sebastiani impostano la relazione musicale che li accompagnerà nei rimanenti brani, questi tutti improvvisati: una relazione sia timbrica —nella quale chitarra e contrabbasso interagiscono in virtuoso contrasto —, sia nella tessitura della trama sonora —laddove i due si scambiano i ruoli tematici, si intrecciano, si chiamano e si rispondono.

Così, grazie a temi chiari e andamenti melodici ben delineati, nei primi due brani il contrabbasso di Sebastiani può assumere il ruolo di pilastro centrale, attorno alle possenti sonorità del quale la chitarra di Fattori può dipingere le linee liriche, lasciandosi qua e là sostituire dal compagno, abilissimo anche nei fraseggi narrativi. Uscendo poi da quei percorsi predeterminati, ancorché liberamente reinterpretati, i due possono spingersi in direzioni più avventurose fin dalla tripartita "Triptych Suite," aperta da una bella narrazione del contrabbasso archettato, che poi sostiene al pizzicato gli arpeggi della chitarra ("Other Blues Seas"), e proseguita da due brani più tradizionali, ma nei quali i due si scambiano le parti più e più volte ("Yellow Ants" e "Dance Of The Red Hermit Crabs").

E poi, ancora, in "Ishtar" Sebastiani può interpretare il brano interamente all'archetto, con la chitarra ad abbellire con puntillistici arpeggi; in "Lydia" ancora all'archetto può introdurre, per poi accompagnare con sontuoso pizzicato, la narrazione fraseggiata della chitarra; in "Big Blue" i due possono giocare in modo tradizionale, con la chitarra a cantare un blues e il contrabbasso che, dopo aver dettato i tempi, si prende un assolo magistrale; ne "L'invitation au voyage" i due possono inseguirsi vicendevolmente a velocità costantemente variabili, mentre nel brano eponimo e conclusivo possono andare di pari passo, valorizzando al massimo le differenze timbriche.

Ne vien fuori un lavoro aperto e libero, originale e suonato benissimo, che va ben oltre la media dei tanti dischi che offre il mercato. Da scoprire e gustare con piacere.

Album della settimana.

Track Listing

Pithecanthropus Erectus; Blue in Green; Triptych Suite: a. Other Blue Seas; b. Yellow Ants; c. Dance of the Red Hermit Crabs; Big Blues; Ishtar; Lydia; L’invitation au voyage; Gavagai.

Personnel

Album information

Title: Gavagai | Year Released: 2023 | Record Label: Notami Records

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