Home » Articoli » Live Review » Federico Ughi Quartet
Federico Ughi Quartet
ByIl batterista romano Federico Ughi da tempo ha trovato la sua patria elettiva nella New York animata dalle leggende del free jazz, come Ornette Coleman e Daniel Carter (di cui è allievo ed amico), e dai giovani musicisti da loro ispirati, con cui collabora anche in questo suo quartetto che è salito sul palco dell'Area Sismica per un concerto generoso, di alta qualità ed intensità.
La personalità musicale di Federico Ughi è forte, il suo stile strumentale è intenso e deciso e sue sono le composizioni eseguite dal gruppo. Il suono del quartetto (sax alto- cornetta- contrabbasso-batteria) naturalmente è un riferimento e un omaggio all'Original Quartet di Ornette Coleman.
Ughi indica in Coleman anche il suo maestro e ispiratore nella composizione. Lo stile di Ughi, però, oltre al modello armolodico di Coleman, recupera anche una costruzione dei temi più propriamente armonica, evidente in modo aperto nella polifonia dei due fiati.
In effetti, da questo punto di vista, lo stile del quartetto si potrebbe accostare anche al modo in cui Charlie Haden con la Liberation Music Orchestra giustapponeva le improvvisazioni free alle esposizioni tematiche melodiche collettive. Il concerto infatti è iniziato appunto da un'improvvisazione free in cui i solisti a turno erano sostenuti da un accompagnamento collettivo atonale. Ma poi da questa improvvisazione collettiva è emersa un'esposizione tematica tonale. L'idea strutturale di base delle composizioni era appunto quella della giustapposizione fra sezioni composte e tonali e di improvvisazioni collettive più atonali.
Dal punto di vista dello stile strumentale dei musicisti del quartetto, le voci più intense sono state quelle di Ughi e del sax di David Schnug. La cornetta di Kirk Knuffke deve sicuramente a Don Cherry il debito maggiore in quanto a registro e grana del suono; ma il suo fraseggio mostra un'elaborazione tecnica molto più pronunciata e una maggiore pulizia. Infine, il contrabbasso di Max Johnson ha fornito un sostegno solido e versatile, ricco di groove, capace di spaziare con disinvoltura dall'atonalità ai riff in stile soulful e black.
La batteria del leader, con uno stile intenso ed elaborato, era comunque la voce di riferimento, quella che chiaramente forniva il polo magnetico d'attrazione che catalizzava l'ispirazione di tutti i musicisti.
Ughi è un musicista di levatura internazionale, senz'altro all'altezza delle migliori voci del jazz contemporaneo, e questo quartetto americano ne è una riprova e un meritato riconoscimento del suo lavoro e della sua dedizione a questa musica.
Foto di Claudio Casanova.
Altre immagini di questo concerto sono disponibili nella galleria ad esso dedicata.
Tags
Comments
PREVIOUS / NEXT
Support All About Jazz
