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Federica Michisanti Trioness al Pinocchio di Firenze

Federica Michisanti Trioness al Pinocchio di Firenze

Courtesy Annamaria Lucchetti

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Firenze
Pinocchio Live Jazz
10.2.2024

Sulla scia dello strepitoso successo tributatole dalla stampa specializzata con la triplice vittoria nel Top Jazz 2023, Federica Michisanti si è presentata per la prima volta assoluta sul palco fiorentino del Pinocchio e lo ha fatto con una formazione inedita, evoluzione del suo Trioness, ma con il sassofono sostituito dal violoncello di Salvatore Maiore. Una formazione, quindi, che accentuava il camerismo che caratterizza la musica della contrabbassista romana, ma anche molto eclettica, tanto che le ha permesso di proporre un programma che attingeva un po' da tutte le sue formazioni e da tutti gli album da lei pubblicati.

E infatti ogni brano in programma è parso adattarsi perfettamente alla formazione: da Le Voleur —una delle prime composizioni di Michisanti, apparso nel suo primo album autoprodotto —fino a "Floathing" —che conclude il suo ultimo e apprezzatissimo Afternoons —passando per Slow March —originariamente per il suo Trioness, con Matt Renzi alle ance, presente in Isk. Il segreto è probabilmente una scrittura chiara e raffinata, che si basa sul virtuoso incrocio delle voci e che perciò permette la valorizzazione delle qualità dei singoli.

Nel concerto fiorentino, infatti, il valore dei tre musicisti sul palco è emerso con forza. A cominciare da quello del meno noto, il pianista Simone Maggio, che con la contrabbassista ha un rapporto artistico di lunga durata e che in una formazione con due archi svolgeva un ruolo non facile, necessitando di un delicato equilibrio tra il diventar invadente e il rimanere ai margini. Equilibrio che Maggio ha mantenuto per tutto il concerto, grazie a uno stile personale e difficile da etichettare, tra il contemporaneo e il pianismo nordeuropeo, sempre un po' dissonante e trasversale, senza però mai abbandonare una comunicativa distesa e narrativa. Singolarità che ha sviluppato più volte nei sipari in solitudine, ma ha anche utilizzato per legare il lavoro dei due archi.

Maiore, che con la contrabbassista ha collaborato in vari contesti e che ne conosce a fondo il repertorio più recente per aver sostituito in vari occasioni Vincent Courtois nel quartetto di Afternoons, con il suo violoncello ricopriva qui la parte di voce principale, ma l'ha interpretata più come partner di duetti con i suoi due compagni che non come vero e proprio solista. Notevoli in particolare quelli con il contrabbasso della leader, un intreccio apparentemente arduo vista la prossimità timbrica, ma che al contrario ha prodotto ora raffinati e lirici dialoghi, ora intensissime improvvisazioni di coppia, come quella che ha permesso di sostituire in "Floathing" gli spazi originariamente affidati al clarinetto basso di Louis Sclavis, donando al pezzo una veste totalmente diversa, ma non per questo meno accattivante.

Dal canto suo Michisanti, bandleader e autrice delle musiche, è parsa assai attenta a dirigere le dinamiche del gruppo, senza con ciò sottrarsi al proprio ruolo di strumentista: non molti gli assoli, ma una presenza costante nelle trame del suono della formazione, oltre che nei duetti con i compagni. E un suono nitido, rilassato e narrativo, piuttosto diverso da quello caratteristico del contrabbasso jazz, mantenendone però la profondità e l'autorevolezza.

Un concerto un po' atipico per il jazz club fiorentino, sia per sonorità che per stile musicale, ma che i suoi abituali frequentatori hanno gradito molto, seguendo con attenzione e complimentandosi alla fine con Michisanti, a conferma di quanto già indicato dai premi da essa ricevuti: che facendo le cose con cura e qualità è possibile osare e proporre qualcosa di diverso, di originale, di inetichettabile, ottenendo senza difficoltà anche il riconoscimento del pubblico.

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