Radka Toneff, Steve Dobrogosz: Fairytales

L'album jazz norvegese più importante della storia torna sul mercato nel quarantennale della sua pubblicazione. Il giudizio è stato espresso in un referendum del 2011 che ha coinvolto i musicisti del paese scandinavo ed è risultato in linea con le scelte del pubblico: Fairytales è tuttora il più venduto album jazz norvegese.

Per molti la scelta risulterà sorprendente, riguardando nomi poco noti in Italia e non figure di rilievo come Jan Garbarek, Terje Rypdal o Nils Petter Molvaer.

Ma il canto di Radka Toneff—specialmente in questo piccolo capolavoro—colpisce in profondità come poche jazz vocalist hanno saputo fare, confermando il giudizio appena citato. Il pianista statunitense Steve Dobrogosz (che da allora vive a Stoccolma, spaziando tra jazz, pop e classica) si rivelò il partner ideale per le palpitanti interpretazioni della cantante, intrise di suadente romanticismo e calda tenerezza.

Il repertorio si snoda tra una manciata di ballads e alcuni originals; nella purezza espressiva ricorda Helen Merrill anche se in altre occasioni la Toneff dimostrò un diverso piglio interpretativo, in incisive interpretazioni col gruppo fusion di Jon Balke.

Parliamo al passato perché la cantante (di madre norvegese e padre bulgaro) si tolse la vita il 21 ottobre 1982 all'eta di trent'anni, poco dopo quest'incisione.

Come talvolta accade ai capolavori nessuna etichetta voleva sostenere il progetto e fu grazie a Rolf Grundesen, il presidente della federazione norvegese di jazz, che il disco fu inciso, diventando in breve un classico che ha conquistato i cuori del pubblico norvegese, anche oltre i confini del jazz. L'intensità di alcune interpretazioni è toccante ("My Funny Valentine," "Mistery Man"), ma quella di "Lost in the Stars" non credo abbia uguali.

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