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Emanuele Parrini
By02. Tony Scott - The Touch of Tony Scott (RCA - 1956).
03. Tony Scott - The Complete Tony Scott (RCA - 1956/57).
04. Tony Scott - A Day in New York (1957) (Ristampa Fresh Sounds).
L'ascolto della musica di Tony è qualcosa che mi colpisce diritto al cuore, mi tocca sempre molto dal punto di vista emotivo: è stato una figura fondamentale nella mia vita musicale e in quella personale. I suoi dischi sono una presenza costante e direi familiare, ricchi di spunti ed argomento di studio; in questo periodo sto preparando proprio un lavoro su di lui e il mio ascolto quotidiano è diventato quasi monografico! Questi sono quattro dischi degli anni '50, più o meno famosi (forse i più noti sono The Complete Tony Scott e A Day in New York), e tutti bellissimi! Tony è nel periodo della Golden Age del Jazz e padroneggia il repertorio degli standard, ma strabilia in vere e proprie perle come "Abstract n° 1" e "Three Short Dances for Solo Clarinet" (tratti dal disco dei suoi settetti del '54 e '55), circondato da protagonisti assoluti della storia del jazz e con un Bill Evans, sua scoperta, sulla rampa di lancio. Era fantastico ascoltare con lui "Finger Poppin' Blues" e "I'll Remember April" e vederlo dirigere, anche se solo virtualmente, la sua orchestra.
05. Tony Scott - Homage to Lord Krishna (Verve - 1967).
Un disco dell'"età di mezzo": Tony è tornato dall'Oriente da qualche anno ed è prossimo alla partenza per stabilirsi in Europa (1971). Mi fa letteralmente impazzire "Nina's Dance," che tra i brani di Tony è il mio preferito, potrei ascoltarlo per ore ininterrottamente!
06. Tony Scott - Lush Life (Ristampa CORE Line - 1981/84).
Un'idea geniale!
07. Billie Holiday - With Tony Scott Orchestra 1955/56 (Ristampa Giants of Jazz - 1989).
Un CD ricco di capolavori assoluti. E' uno dei tanti regali di Tony, che potevano essere dischi, maglioni, fischietti, occhiali da sole, foto. Tony amava tantissimo fare foto, appese alle pareti di casa sua ce n'erano di bellissime. Un posto di riguardo avevano due ritratti di Billie Holiday, uno con gli auguri di Natale.
08. Archie Shepp - Attica Blues Big Band Live at The Palais Des Glaces (Blue Marge - 1979).
Qualche tempo dopo essere rimasto folgorato da Attica Blues (Impulse!), ho scoperto questo doppio CD in un negozietto a Livorno. Ho ascoltato tantissimo il disco in studio del '72, che rimane tra i miei preferiti, ma questo live si è rivelato un'autentica sorpresa, con alcuni dei cavalli di battaglia di Shepp, in una forma strepitosa.
09. Roswell Rudd & Archie Shepp - Live in New York (Emarcy - 2000).
Ho sempre pensato che il modo di suonare il sax tenore di Tony Scott fosse vicino, in qualche maniera, al modo di suonare il sax tenore di Archie Shepp. Non so precisamente dire, forse per qualche richiamo alle radici o a Ben Webster o Coleman Hawins, forse per il suono. Comunque, proprio il suono di questa formazione, che ho seguito nei diversi concerti in Italia, mi riporta con la memoria ad un periodo importante: c'era Tony, la passione per Shepp era già sbocciata e lui diveniva modello da seguire e la sua musica di forte ispirazione.
10. Stephane Grappelli/Stuff Smith - Violins No Ends (Pablo - 1957).
Quando gli opposti si attraggono. Per forza di cose la mia attenzione è catturata da Grappelli e Stuff Smith, due mondi differenti: uno bianco ed europeo, l'altro afroamericano, un suono puro e cristallino contrapposto ad uno più "sporco e ruvido," due concezioni dello swing completamente diverse. Un disco da cui imparare tantissimo.
Foto di Claudio Casanova.
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