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Joan Isaac: Em declaro innocent

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Joan Isaac: Em declaro innocent
Presentandolo anni fa al Premio Tenco (dov'è di casa), Luis Eduardo Aute aveva definito Joan Isaac "il più catalano dei cantautori italiani". In questo ribaltamento di termini, in questo apparente paradosso, sta la misura del profondo legame esistente fra l'Italia e il cantautore di Barcellona, tornato una dozzina d'anni fa sulle scene dopo un lungo ritiro (si era affermato verso metà anni Settanta, in fervente clima post-franchista, soprattutto col brano "A Margalida") e da allora attivissimo, al ritmo di un disco all'anno o giù di lì (il penultimo, Auteclàssic, con lo stesso Aute).

Questo Em declaro innocent è, come i precedenti, lavoro di sicuro spessore, in cui l'innata, spiccatissima vena melodica di Isaac (che si parli dell'autore come dell'interprete) ha una volta di più modo di espandersi in tutta la sua generosità. Per la verità si parte con un brano, "Si vols," in cui una batteria fin troppo esplicita fa pensare a un tono diverso, più diretto - appunto - forse persino esteriore, e invece, pur ripetendosi (almeno in parte) tale prassi in un altro paio di episodi, "Benvinguda, melanconia" e "No estem sols" (peraltro sempre salvaguardando in toto, anzi in qualche modo ampliando, la felicità melodica di cui sopra), il disco non manca di ribadire come il Nostro prediliga un fare discorsivo e prezioso, a tratti sul filo del recitativo (sempre di estrema cantabilità, peraltro), ottimamente servito dal pianoforte di Enric Colomer, suo partner storico (anche in veste di arrangiatore), dalle varie "corde" di Josep Traver e da un largo quanto raffinato dispiegamento d'archi.

Il cuore del disco, sia per ubicazione che per livello qualitativo, sembra coincidere col blocco centrale che va dal quarto brano, "Aquests homes sols, que parlen sols," con la chitarra come spina dorsale, al settimo, "Si a l'atre mòn," felicemente al crocevia fra un'epicità mai aulica e un lirismo quanto mai palpabile. In mezzo, "M'agradaria tant" è un rotondo (ma arcigno, nel testo) tango con fisarmonica e violino sugli scudi, e "Quatres llunes," probabile vertice dell'album, ha un andamento sofficemente evocativo generato, oltre che dalla sempre seducente vocalità di Isaac, da piano e archi.

Ragguardevole è d'altra parte l'intero carnet di brani (titletrack in testa), con la conclusiva "Se" in italiano (testo di Nini Giacomelli), a prefigurare quello che potrebbe (e dovrebbe) essere il prossimo tassello della discografia isaachiana: un disco tutto nella nostra lingua, con materiale già edito e nuove traduzioni (anche pescando proprio da Em declaro innocent). Tanto per ribadire l'assunto iniziale.

Track Listing

01. Si vols; 02. Benvinguda, melanconia; 03. Mar i gràcia; 04. Aquests homes sols, que parlen sols; 05. M’agradaria tant; 06. Quatres llunes; 07. Si a l’atre mòn; 08. No estem sols; 09. Si t’enamores; 10. Ho donaria tot; 11. Vindràs; 12. Em declaro innocent; 13. Se.

Personnel

Joan Isaac (voce); Enric Colomer (pianoforte, tastiere, kazoo); Josep traver (chitarra acustica, elettrica e spagnola, liuto); Pere Bardagì (violino, viola, kazoo); Manuel Martinez del Fresno (violoncello); Mohamed Soulimane (violino arabo, voce); Xavier Llandrich (fisarmonica); Jordi Camp (basso); Lluis Ribatta (batteria, percussioni).

Album information

Title: Em declaro innocent | Year Released: 2011 | Record Label: Chet Baker Jazz Festival

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