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Easy to Love - Guido Bombardieri Trio
ByEasy to Love. Bel nome per una rassegna che è davvero facile amare. Facile perché possiede tutte quelle caratteristiche che cerchiamo in una rassegna jazz.
Innanzitutto un'organizzazione animata da competenza e autentica passione. Direttore artistico è Andrea Colombo, qui alla sua prima esperienza in qualità di organizzatore di una rassegna (complimenti per l'entusiasmo ed il coraggio!), coadiuvato da Antonio Ribatti, da molti anni punto di riferimento del jazz milanese (collettivo C-Jam, festival Ah-Um, ...).
Poi quell'atmosfera vagamente metropolitana e underground, che sboccia in modo naturale e diremmo quasi necessario nel momento in cui si lavora in autofinanziamento, in un piccolo teatro al di fuori di qualunque logica - anche jazzistica - consolidata.
E infine, naturalmente, il programma musicale. Nomi tra i più interessanti e sfiziosi del jazz italiano, noti e meno noti, da molti anni sulla scena o emergenti. Dai Jump the Shark di Piero Bittolo Bon, con cui si è aperta la rassegna, ai Mr. Rencore (chissà che non ci scappi l'ospitata di Tim Berne!), dal duo di Tiziana Ghiglioni al Caterina Palazzi Quartet.
La sera del due marzo abbiamo assistito al concerto del Trio Africano del sassofonista Guido Bombardieri (Marco Bianchi alla marimba, Dudù Kouate a percussioni e voce). Una decina d'anni fa, Bombardieri e Kouate diedero vita ad un progetto ispirato dalle musiche popolari e dai canti tradizionali africani (principalmente del Senegal, ma non solo). Quel progetto sfociò in un album, Pensieri Africani, pubblicato nel 2003 e realizzato insieme ad alcuni giovani jazzisti che poi hanno fatto molta strada (Beppe Caruso, Giovanni Falzone, Fausto Beccalossi).
Nel corso di questo concerto milanese, Bombardieri e Kouate hanno ripreso il lavoro di allora e, sostituendo fiati e fisarmonica con la marimba di Marco Bianchi, hanno conferito ai brani una colorazione se possibile ancora più percussiva e tribale. Qua e là affioravano echi di Abdullah Ibrahim, soprattutto nell'approccio che il trio ha nei confronti del materiale musicale: molto disteso, rilassato, sereno. Non sono mancati tuttavia anche momenti più torridi. In particolare, nei due bis coltraniani la musica ha virato verso atmosfere decisamente più tormentate, quasi sofferte, e verso orizzonti più marcatamente jazz. Un concerto molto godibile, che tra le altre cose ha avuto anche il merito di ricordarci - se mai ce ne fosse stato bisogno - che Bombardieri è uno dei tanti ottimi, sottovalutati e sottoesposti musicisti del panorama jazzistico italiano.
La rassegna proseguirà fino al 18 Maggio, mentre per il primo giugno è previsto un concerto a sorpresa. A tutt'oggi non sappiamo chi suonerà, ma siamo certi che sarà qualcosa di interessante. Meglio segnarsi la data in agenda.
Foto, di repertorio, di Efrem Abbà.
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