Luca Lo Bianco: Ear Catcher

La band nasce dall'esperienza maturata all'interno dello spettacolo 'La scomparsa di Majorana' ideato dal bassista palermitano e presentato in prima assoluta a Berlino qualche tempo fa. La musica è moderna, nervosa e dinoccolata. Con il giusto piglio urbano e con la necessaria curiosità morbosa che spinge i ragazzi del quintetto a guardarsi attorno e a investigare negli angoli più nascosti dei tanti scenari in chiaroscuro che nascondono squarci di luce scura e minacciosa. Come se fossimo dentro ad un film di Werner Herzog.

Il linguaggio di base è quello del jazz contemporaneo ma ovviamente le contaminazioni idiomatiche più disparate sono un dato progettuale ben avvertibile e decisamente apprezzabile. L'uso del violoncello e la presa a prestito di un bel tema elegante di Jimmy Giuffre ci aiutano a posizionare meglio questa proposta. Ma non facciamoci ingannare: qui il richiamo del passato è giustamente solo una evocazione e la tradizione non è mai un elemento che tenta di guidare il cammino.

La trama di fondo ci porta curiosamente dalle parti di Steve Coleman, musicista che certamente condivide con questi ragazzi italiani una visione di fondo che nasce dalla conoscenza delle dinamiche della strada, dalla scarsa propensione per i compromessi e dal desiderio di rifondare un mondo che non è stato pensato a loro misura. Alla faccia delle convergenze parallele e della cassa del mezzogiorno.

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