Franco Cerri: E venia da' campi che di Cerri sentia

Franco Cerri ha una carriera lunga 65 anni, iniziata con Gorni Kramer e costellata di momenti magici (a 23 anni fu invitato da Django Reinhardt, di passaggio a Milano, a entrare nel suo gruppo comprendente Grappelli, per una scrittura di 2 settimane) e maturata alla lezione - anche diretta - con Barney Kessel, Tal Farlow, Jimmy Raney, Jim Hall ed altri come Gerry Mulligan, Bud Shank, Phil Woods.

Non c'è bisogno di sottolinere che Cerri rappresenta un pezzo importante della nostra storia jazzistica e forse il distacco con cui vengono guardati i chitarristi jazz in generale non gli ha fatto tributare tutta la considerazione che - a nostro parere - merita.

I pregi stilistici del chitarrista sono il suono morbido e il gusto poetico, che ha assimilato da Jimmy Raney e René Thomas e che lo portano a elaborare melodie cantabili e magicamente essenziali, con il perfetto equilibrio pause/silenzi. In questo lavoro registrato nel maggio 2008, esempi appropriati vengono da esecuzioni come "Fine and Dandy," "All The Way," "But Not for Me" o "It Could Happen to You".

Cerri swinga con passione e mordente e lo dimostra più volte nel corso del disco che lo vede in bella relazione con la ritmica e con l'hammond estroso di Alberto Gurrisi.

Ma non sono solo maestria ed esperienza accumulate negli anni. L'inventiva di Cerri si manifesta in ogni brano fino a diventare centrale in "When the Saints Go Marchin' In," riformulato profondamente nella linea melodica e nella struttura.

Un disco piacevole e pregevole dunque, che coniuga raffinatezza e fantasia e che consigliamo con piacere.

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