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Joe McPhee Survival Unit III: Don't Postpone Joy!

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Joe McPhee Survival Unit III: Don't Postpone Joy!
Poche storie. Joe McPhee è uno dei giganti dell'improvvisazione contemporanea e una delle menti più lucide che ci siano in circolazione. Vuoi per l'enorme quantità di esperienza accumulata (dal free politicizzato alla “new wave” di Chicago, passando per Pauline Oliveros e le sue teorie), vuoi per le incredibili potenzialità espressive insite nel suo strabiliante polistrumentismo (per trovare qualcuno in grado di destreggiarsi con tanta naturalezza alle ance e agli ottoni bisognerebbe risalire a Benny Carter), il musicista di Miami è ormai riconosciuto come maestro assoluto da un'intera generazione di improvvisatori.

Quale interprete migliore, dunque, per chiudere col botto la prima serie di pubblicazioni tratte dalla trasmissione "Battiti". Tanto più che il concerto presentato in questo strepitoso disco (registrato alla Sala Vanni di Firenze) documenta la prima volta in Italia di McPhee, nonché l'esordio discografico della sua ultima creatura.

Survival Unit III rappresenta la riedizione di un'ormai leggendaria sigla, da sempre deputata ad incarnare l'anima militante del polistrumentista. Le Survival Unit I e II (di cui recentemente la HatHut ha ristampato un concerto del '71 al WBAI's Free Music Store di New York) si collocano alla fine degli anni sessanta, nel pieno della montante marea del free politicizzato. Oggi come allora, il bisogno di prendere una posizione netta contro le prevaricazioni e le ingiustizie è alla base della musica proposta.

Non a caso i brani possiedono un tono declamatorio e severo, una soverchiante carica religiosa, una spiritualità tipicamente afroamericana che incanta e commuove. Come in una sorta di accorato sermone, le trame elaborate dal trio si dilatano, si increspano, giungono allo spasmo e ritornano al silenzio dal quale sono magicamente emerse.

McPhee, come al solito, è semplicemente magistrale. Alla pocket trumpet riesce a fondere la musicalità guizzante di Cherry con la cristallina fragilità di Leo Smith. Al tenore possiede un magnetismo carnale e affascinante, una densità emozionale che stringe il cuore.

Notevole anche l'apporto del camaleontico violoncello di Lonberg-Holm (uno che passa senza scomporsi dal post-rock al folk, dal free alla classica contemporanea) e della sobria batteria di Michael Zerang.

E allora, perchè rimandare la gioia di questa magia?

Track Listing

1. Variations on Harriet (McPhee) - 27:26; 2. Feather Exchange (Lonberg-Holm) - 15:08; 3. Variations on Nation Time (McPhee) - 16:23; 4. Variations on Remembrance (McPhee) - 19:28

Personnel

Joe McPhee
woodwinds

Joe McPhee (sax tenore e tromba tascabile); Fred Lonberg-Holm (violoncello); Michael Zerang (batteria)

Album information

Title: Don't Postpone Joy! | Year Released: 2007 | Record Label: White Butterfly

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