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Diego Fischerman & Abel Gilbert: Piazzolla

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Piazzolla

di Diego Fischerman & Abel Gilbert

Minimum Fax

Un approccio multidisciplinare era d'obbligo per la biografia di uno dei più importanti compositori del '900. Come la musica di Piazzolla fluttua tra vari mondi musicali e non (letteratura, cinema, teatro, danza), così questo splendido saggio a lui dedicato ne ricostruisce mirabilmente gli intrecci con i vari contesti di riferimento (geografici, musicali, culturali). Grazie ad una prosa di grande nitore, emergono le dinamiche di una vita avvincente che ha come filo conduttore l'espatrio e l'essere cosmopolita da Mar della Plata a Buenos Aires, New York, Parigi, Roma.

Non a caso Piazzolla fu un musicista di sintesi, che inventa un linguaggio nuovo nel fondere tango, jazz e musica classica. Emblematiche sono in tal senso le opere per ottetto degli anni '50, per via di stranianti fughe innestate sul ritmo di tango e orchestrazioni tipiche del jazz californiano. O ancora le composizioni degli anni '70 dall'andamento stravinskiano, con in più la visceralità ritmica del tango.

I due autori enucleano come meglio non si poteva la genesi e l'evoluzione di una irriverente concezione musicale (il nuovo tango), che nella sua logica colta e popolare fu prima snobbata ed osteggiata in patria per poi diventarne una icona culturale. A beneficio imprescindibile di quanti non sono esperti della materia, si apprende perché rispetto al modello di partenza (il tango) la musica del bandoneonista era più ardua da eseguire nelle sue varie varianti per ottetto e quintetto.

Si capiscono così le ragioni pratiche che indussero molti musicisti argentini ad osteggiare il nuovo verbo: un'estetica depistante che si è servita di alcune armi della musica classica per entrare nel mondo del tango, avvalendosi al tempo stesso della musica popolare per scardinare l'accademia. Oggi brani come "Libertango" si ascoltano quotidianamente perfino negli spot televisivi, ma sino agli anni '70 il suo autore era considerato in Argentina più che un traditore, quasi un apostata eresiarca.

Un libro quindi da acquistare e consigliare, con un'unica ma grave pecca non imputabile agli autori. È l'assenza di un indice finale relativo a brani e musicisti, che avrebbe reso giustizia alla mole impressionante di dati e alla sfera d'indagine messe in campo.

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