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Yugen: Death by Water

Yugen: Death by Water
Gli Yugen proseguono ostinatamente il loro viaggio quasi solitario nei meandri di una musica concettuale, colta e imparentata con Stravinsky, Schoenberg, Bartok, Romitelli, Cage, Ligeti, Zappa, Univers Zero, Henry Cow, King Crimson e altri. Un viaggio a zig zag segnato da fughe, variazioni, accelerazioni, conflagrazioni, divagazioni, pause, tempi frammentati e poi ricomposti, e, in sintesi, da una ricchezza di dimensioni e chiavi d'accesso, anche a livello letterario, che fanno di ogni lavoro del collettivo milanese guidato dal chitarrista-compositore Francesco Zago un evento.

Arruolati quasi a forza nelle file del progressive tricolore, bisogna dire che gli Yugen hanno poco o quasi nulla da spartire con un genere che, a parte alcune luminose eccezioni, vive soprattutto nel passato e mostra spesso di non avere un grande coraggio. Virtù che, bisogna dire, a Zago e agli Yugen non manca proprio.

Certo il rischio di non essere compresi o di venire ghettizzati come "radicali e incomprensibili" esiste. E Death by Water, il loro quinto album ufficiale compreso il live Mirrors uscito nel 2012, non fa che confermare una certa e forse un po' autolesionistica propensione a portare sempre più in alto l'asticella della complessità compositiva e strumentale.

Tanto per mettere subito le cose in chiaro, in Death by Water il compositore di riferimento è Conlon Nancarrow, genio statunitense noto per i suoi esperimenti sul tempo e sul ritmo. E, difatti, la componente ritmica gioca un ruolo centrale in tutto l'album. Come nell'ipercinetica, spezzettata, "doppia" e poliredrica "Cinically Correct" ornata dalle acrobazie vocali di Dalila Kayros o nell'atipica, quasi jazzata, "Studio #9" caratterizzata da un turbinoso saliscendi ipersonico.

Da segnalare la ricchezza timbrica dei brani, in tutto dieci, eseguiti da quella che è ormai una formazione allargata, o meglio, una vera e propria piccola orchestra di elementi che comprende anche diversi fiati. A rasserenare i cuori, ma poi neanche tanto, c'è la fantastica title track che ricorda come clima "Cloudscape" dall'album Iridule del 2010. Qui lo spirito di Robert Fripp si manifesta in maniera più evidente con un crescendo di accordi che proiettano l'ascoltare in una dimensione ultraterrena dove è un sottile e insistente battito ritmico a scandire il passare del tempo e delle giornate.

Evidenti, in "Death by Water," anche i richiami agli insegnamenti di Terry Riley e a gruppi come i The Necks. Ma, forse, il brano che più inquadra lo spirito odierno di Yugen è "As It Was," ballad cantata dalla mai troppo apprezzata Elaine Di Falco e imbastita su una struttura melodica essenziale e ipnotica che ci riporta alle sonorità di "Empty Days," progetto del repertorio di Zago più centrato sulla forma canzone datato 2013.

In conclusione, un album radicale, non facile, ma, allo stesso tempo, necessario.

Track Listing

Cinicallly Correct; Undermurmur; Death by Water; Ten Years After; As It Was; Studio #9; As-a-Matter-of-Breath; Drum'n'stick; Der Schee; A House.

Personnel

Yugen
 

Stefano Ferrian: chitarre, sax; Francesco Zago: chitarre, mellotron; Dalila Kayros: voce; Elaine Di Falco: voce; Alessandro Cassani: basso elettrico; Matteo Lorito: contrabbasso; Paolo "Ske" Botta: tastiere; Maurizio Fasoli: piano; Michele Salgarello: batteria; Carmelo Miceli: batteria; Jacopo Costa: vibrafono, marimba, glockenspiel, zymbalon; Giuseppe A. Olivini: percussioni, theremin, toy piano; Valerio Cipollone: clarinetti, sax; Peter Schmid: tubax, clarinetti e flauti; Fedele Stucchi: trombone, euphonium; Simone Quatrana: piano; Massimo Dolce: chitarra elettrica; Dave Willey: chitarra, fisarmonica; Taika Lecco (taika drums ensemble).

Album information

Title: Death by Water | Year Released: 2016 | Record Label: AltrOck Productions

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