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Archie Shepp, Don Cherry, John Thicai, Don Moore, J.C. Moses: Copenhagen 1963 Revisited. Live Jazzhus Montmartre

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Archie Shepp, Don Cherry, John Thicai, Don Moore, J.C. Moses: Copenhagen 1963 Revisited. Live Jazzhus Montmartre
Questo concerto registrato al Jazzhus Montmartre di Copenhagen risale a una settimana esatta prima dell'assassinio di JF Kennedy a Dallas. E già questo colloca il nostro ascolto in un contesto, in un'atmosfera specifica. Ma in quel 1963 venne assassinato anche Medgar Evers (il 12 giugno), tra i più autorevoli attivisti afroamericani, freddato da un suprematista bianco e celebrato in questo disco dal brano di Archie Shepp "The Funeral."

Shepp sosteneva che la musica, sempre, è sia un fenomeno estetico che un'espressione funzionale, che dallo spiritual, al blues, al jazz, il passaggio dalla parola allo strumento non cancella la musica come "statement," presa di coscienza, opposizione verso lo stato delle cose. Questa dimensione di impegno civile è palpabile in molte opere della "new thing" e si traduce anche nell'esperienza del New York Contemporary Five, effimero ma importante organico, di cui questa riedizione presenta la scaletta completa e ordinata del noto concerto di Copenhagen, in precedenza documentato, in edizioni differenti, dalla Sonet, dalla Delmark e dalla Storyville.

Per un po' il gruppo venne intestato dai discografici a Shepp, con una evidente forzatura, dal momento che il quintetto era assolutamente paritario e che il materiale scelto da Shepp non è mai stato prevalente.

L'energia sprigionata dal gruppo risplende intanto per la particolarità dell'organico: tre fiati (Don Cherry alla cornetta, John Tchicai al sax alto e Archie Shepp al tenore) più sezione ritmica ortodossa (Don Moore e J.C. Moses) rappresentano un esempio raro all'interno della nuova musica del periodo. Al di là del ruolo convenzionale ma efficace giocato da basso e batteria, spicca la policromia sonora prodotta dall'alternarsi di toni screziati e aciduli (cornetta) con la dialettica dei due sassofoni, uno diafano e agile, l'altro abrasivo e frammentario.

Nel complesso, la musica non è così iconoclasta come spesso si è scritto, anzi è in bilico tra la ripresa di una certa tradizione boppistica e una nuova concezione dell'improvvisazione libera. È anche il risultato di due filiazioni distinte. Una "ornettiana," imposta naturalmente dallo stile di Cherry (anche con tre rivisitazioni di temi di Coleman), una invece derivata da Cecil Taylor, con cui Shepp si era fatto le ossa negli anni precedenti. Una sintesi sghemba, dunque, anche con la lezione di Monk tenuta ben presente, interessante ma che testimonia la relativa provvisorietà del gruppo, che infatti ha avuto vita breve.

Quasi tutti i brani (tra cui anche uno a firma di Bill Dixon) si svolgono con la successione in assolo dei tre fiati, con poca polifonia, e ascoltando lo Shepp del periodo ci si stupisce ancora di come certi osservatori non ne cogliessero l'assoluta alterità e modernità. Così come si sottovalutava lo straniamento dell'eloquio di Tchicai, evidentemente ascoltato per bene invece da Roscoe Mitchell. Tra il repertorio spiccano "Cisum," "The Funeral" e "Mik" (altrove "Mick"). Un gran bell'ascolto e, questa sì, una meritoria riedizione da parte della ezz-thetics.

Album della settimana.

Track Listing

Cisum; Trio; Consequences; The Funeral; Wo Wo; O. C.; When Will the Blue Leave; Monk's Mood; Emotions; Crepuscule with Nellie; Mik.

Personnel

Don Cherry
trumpet
Archie Shepp
saxophone, tenor
John Tchicai
saxophone
Don Moore
bass, acoustic

Album information

Title: Copenhagen 1963 Revisited. Live Jazzhus Montmartre | Year Released: 2021 | Record Label: Ezz-thetics

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