Jon Irabagon: Confluence

Ma chi è costui, si domanderà qualche lettore, con un nome che sembra uscita da un episodio di Harry Potter o da una saga di Tolkien? Beh, questo signore ha recentemente portato un po' di sano scompiglio nella scena newyorchese, con alcune incisioni in collettivo e a nome proprio—da ricordare almeno i progetti Mostly Other People do the Killing e Jon Irabagon's Ouright!—che lo candidano a diventare uno dei fattori più significativi nello sviluppo della musica improvvisata di questo fine decennio.

Era lecita quindi un po' di curiosità sul passato recente del nostro, qui impegnato in un classico quartetto jazz. E abbastanza curiosamente, ma forse neanche troppo, Confluence è molto mainstream, con poche licenze fuori ordinanza, e da' vita ad un' incisione che suona come un ottimo saggio di fine corso eseguito da primi della classe. A fatica si riescono a intravedere nelle nove tracce del disco i clamorosi sviluppi della personalità del sassofonista di Astoria, se non nel brano di chiusura, apparentemente canonico, ma nel quale tutti i musicisti sembrano inserire una marcia in più dando libero sfogo ad una creatività meno ingessata.

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