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Cinque dischi nuovi per una primavera 2013 con orecchie curiose!
ByRinnovarsi, aprirsi a nuove idee, suoni, geografie, rimescolando quello che si dà per scontato per esplorare emozioni inedite.
Abbiamo scelto per voi cinque dischi in uscita o appena usciti, cinque gemme curiose, lontane dalle definizioni e dalle convenzioni, tutte da esplorare perché la vostra primavera di ascolti sia originale e stimolante.
Kink Gong
Voices
Discrepant - distr. Dense
Apriamo con un vinile intitolato Voices e firmato Kink Gong, nome davvero niente male, ne converrete, per un progetto di registrazione e rielaborazione delle più remote minoranze etniche dell'estremo oriente.
Ne è titolare Laurent Jeanneau, un francese che vive in Cina e che da diversi anni testimonia le culture musicali meno conosciute della regione, rielaborandole poi con altri materiali e l'uso dell'elettronica.
Dopo avere collaborato con la mitica etichetta Sublime Frequencies, ecco ora per la Discrepant un viaggio attraverso la suggestione di voci registrate in regioni della Cina meridionale come lo Yunnan e il Guizhou, ma anche nel Nord del Vietnam e del Laos.
È un disco radicale, cui accostarsi con volontà di lasciarsi trasportare dalle folate ipnotiche e a volte laceranti dei canti, cui il trattamento di Jeanneau conferisce un'ulteriore coloritura aliena, specialmente nella prima parte. Splendido nella sua semplicità rituale è il terzo brano della prima facciata, "Cym Wu Khmu," così come il più lungo "Hani Pipa" che apre il secondo lato, insinuante nella sua mesmerica capacità di farci sentire emozioni lontane e al tempo stesso intime. Ma tutto il disco è un piccolo scrigno di sonorità che nella loro alterità accolgono la abrasività temporale della psichedelica e che si schiudono come un piccolo, grande, incanto.
Jace Clayton
The Julius Eastman Memory Depot
New Amsterdam Records
Cambiamo decisamente atmosfere con The Julius Eastman Memory Depot The Julius Eastman Memory Depot firmato da Jace Clayton, musicista che i più conoscono con il nome di DJ/Rupture. Chi ha familiarità con la curiosità intellettuale e umana di Clayton non si stupirà più di tanto che questo suo nuovo progetto - il primo tra l'altro firmato con il proprio nome, circostanza che ci sembra piuttosto significativa - indaghi e rilegga la musica di un compositore come Julius Eastman.
Compositore e pianista, afroamericano e omosessuale, cantante e danzatore, Eastman [che è morto nemmeno cinquantenne nel 1990, dopo alcuni anni di drammatiche difficoltà personali che lo avevano portato a vivere addirittura come un senzatetto] è una figura sottovalutata e Clayton, a partire da un progetto multimediale, ne riscopre due lavori pianistici dal titolo palesemente provocatorio, "Evil Nigger" e "Gay Guerrilla".
I lavori originali, caratterizzati da una iteratività minimalista, vengono frammentati e rielaborati da Clayton con grande rispetto [in un'intervista il musicista sottolinea come uno degli obbiettivi del progetto sia anche quello di spingere gli ascoltatori a riscoprire i lavori originali], come fossero materiale ancora vivo con cui relazionarsi. E infatti così è.
Il disco è stato registrato con l'apporto dei pianisti David Friend e Emily Manzo e il trattamento elettronico di Clayton in un certo senso sottolinea l'idea di lavoro per più pianoforti di Eastman, dilatandola in una trama sognante in cui perdersi liberamente.
Il disco si chiude con "Callback from the American Society of Eastman Supporters," breve e incantevole statement affidato alla voce di Arooj Aftab. Bellissimo e importante.
The Invisible Hands
The Invisible Hands
Abduction Records
Ancora incontri originali in questa primavera 2013: The Invisible Hands è il nuovo gruppo di Alan Bishop [Sun City Girls, Alvarius B., nonché mente dietro l'imperdibile etichetta Sublime Frequencies], una band formata con musicisti egiziani come Cherif El Masri e Aya Hemeda [già negli Eskenderella] o Sam Shalabi.
Il disco viene pubblicato in due versioni, una cantata in inglese per il mercato occidentale e una in arabo per il mercato mediorientale ed è una specie di finestra che si affaccia su due mondi. Ben lontana da esotismi di maniera [ma non ne avevamo dubbio, conoscendo Bishop], la musica di The Invisible Hands è frutto di un cantautorato folk scuro e psichedelico, dentro cui si accendono i bagliori rock di "Soma," leggerezze quasi lounge-pop come "Dream Machine," le armonie vocali di "My Skull". Ma che rock d'Egitto!
Mike Cooper
White Shadows in the South Seas
Room40 - distr. Dense
Altro personaggio in grado di relazionarsi con le culture musicali più varie in modo sempre unico è il chitarrista Mike Cooper, di cui ora l'etichetta Room40 pubblica White Shadows in the South Seas, sonorizzazione di un film di Van Dyke e Flaherty ambientato nelle Isole Marchesi, anno 1928.
Presentato come naturale continuazione di quel Rayon Hula che era uno splendido omaggio all'exotica e alle Hawaii, il disco attraversa paesaggi sonori sognanti e pop screziati da un tocco sperimentale che apparentemente non sembrano scardinare la sonnolenta attività che brulica in quelle terre, tra canti di uccelli, chitarre pigre e piccoli dettagli percussivi, ma che in realtà proietta un mondo da cartolina dentro uno scenario di emozionante contemporaneità, dove la nostra inguaribile "retromania" [e nessuno si senta escluso, come si suol dire...] fa i conti con la nostra natura di esploratori ormai impigriti dalla globalizzazione.
E dove la memoria diventa un formidabile dispositivo onirico in grado di rimetterci in gioco come ascoltatori. Strepitoso Mike Cooper. Come sempre, d'altronde.
AA.VV.
Criminale Vol.1 - Paura + Vol. 2 - Ossessione
Penny Records - distr. Goodfellas
Gli amanti del vinile e della library music non si lascino poi sfuggire queste due uscite della Penny Records, che con la curatela di Roberto Corsi, ci tuffano nell'atmosfera inconfondibile del B-movies italiani degli anni Settanta.
I nomi sono quelli - mitici - di compositori [e jazzisti] che hanno scritto moltissimo per il nostro cinema, da Alessandroni a Iacoucci, da Ferrara a Frizzi e Scoppa.
Le sonorità quelle del jazz-rock e del funk, del rock psichedelico distorto da effetti cinematici, delle esplorazioni timbriche più originali e curiose che finivano per sottolineari i momenti più improbabili di horroracci e inseguimenti polizieschi.
Colonna sonora per pomeriggi "calibro 9" o per aperitivi in cui la fatalona di turno, giocando con le perle della propria collana mentre parla con il gangster di turno, sa già che la serata finirà col botto. Ma anche lo spaccato di un artigianato musicale nella cui necessità del fare nascevano intuizioni e tendenze che molti dj oggi riprendono come base per i propri pezzi.
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