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Carol Sudhalter

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Jazz Club Cuneo - 17.01.2011

Nativa di Boston ma ormai da oltre trent'anni di stanza a New York, Carol Sudhalter è una grande amica dell'Italia, e di Cuneo in particolare, dove torna appena può. E' così che proprio nel Jazz Club cittadino ha voluto presentare in anteprima assoluta il suo CD freschissimo di stampa (nonché inciso in zona, per l'esattezza a Savigliano, nel luglio scorso) The Great Film Music of the Sixties, firmato in coppia col contrabbassista Carmelo Leotta, che era con lei a Cuneo in seno a un quartetto completato da Fabio Gorlier al pianoforte ed Emilio Berné alla batteria.

Il programma dei due set su cui si è dipanato il concerto ha avuto ovviamente come filo conduttore il materiale del CD, musiche di Legrand, Mancini, Mandel, ecc., per la cui interpretazione la polistrumentista americana si è divisa tra flauto e sax tenore, qua e là producendosi pure alla voce (in un paio di brani, in verità, il gruppo ha anche ospitato quella che Carol ha definito una real singer, Elena Urru). Il contesto abbastanza conviviale, raccolto, ha fatto sì che si privilegiasse una colloquialità piuttosto aperta, diretta, più fluida, aerea, sinuosa negli episodi flautistici, più pensosa e scolpita in quelli al tenore, su cui la Sudhalter sfoggia una sonorità grave e brunita, come opacizzata, nebbiosa e antivirtuosa, che rimanda a un retaggio addirittura premoderno.

Malgrado la conoscenza relativa (Leotta escluso, ovviamente), i partner si sono mossi con disinvoltura, anche se magari evitando - quasi fisiologicamente, d'altra parte - quel tanto di azzardo in più che avrebbe dotato la musica (comunque sempre avvincente) di un peso specifico ancora superiore.

Molto incoraggiante la presenza di pubblico, viatico si spera foriero di invitanti sviluppi per una realtà periferica che - come tante altre del resto, specie di questi tempi - ha quanto mai bisogno di essere corroborata dall'affetto, l'interesse e la passione di un consistente numero di appassionati.

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