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Carlos Zingaro

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01. Ornette Coleman - Sound Grammar (Phrase Text - 2006).

Sempre Ornette... Il suono chiaro, quasi liquido del suo sax. Il fraseggio memorabile. Variazioni e sequenze apparentemente caotiche. La prima volta rimasi disorientato dall’ascolto del suo violino, ma anche affascinato dalla sua articolazione tanto che comprai il mio primo violino elettrico. E poi nei primi anni settanta il piacere di comprare il suo formidabile Science Fiction.

02. Wilbert DeJoode / Achim Kaufmann / Frank Gratkowski - Palaë (Leo Records - 2007).

Musica eccellente, con il mio grande amico Wilbert de Joode. Esempio perfetto di interazione tra linguaggio e libere forme espressive. La tradizione europea contemporanea incontra le esplosioni del free jazz.

03. Joélle Leandre / Pascal Contet - Freeway (Clean Feed - 2007).

Un altro duo di amici e compagni di viaggio. Il sincero virtuosismo di questi due eccellenti musicisti diventa una perfetta dimostrazione di qualità improvvisativa e non un’esibizione di tecnica. Tutte i miei dubbi e le mie paure sull’uso della fisarmonica nella musica contemporanea sono spazzate via da un musicista meraviglioso come Pascal Contet!

04. Arvo Pärt / Gidon Kremer - Keith Jarrett and others - Tabula Rasa (ECM - 1984).

Lavoro che si discosta parecchio dalla musica di Pärt utilizzata da parecchie compagnie di danza. Qui si possono ascoltare il sempre sorprendente violino di Gidon Kremer, l’altrettanto sorprendente presenza di Keith Jarrett e “The Fratres“, composizione per 12 violoncelli.

05. Otomo Yoshihide - Carl Stone - Monogatari: Amino Argot (Trigram - 1994).

A fronte dei miei dubbi iniziali nell’inserire questo disco nella lista, mi sono veramente entusiasmato nel mettere a fuoco il processo con il quale i due musicisti/compositori hanno elaborato, rielaborato e talvolta stravolto e rivoltato i brani spediti da una parte all’altra dell’Oceano Pacifico. Uno studio sulla nuova elettronica e sulle possibili connessioni tra le distanze.

06. Mark Dresser - Unveil (Clean Feed - 2005).

In questo disco in solo, la tecnica eccezionale di Mark è ulteriormente valorizzata da un’amplificazione discreta dello strumento. Ma è la sua musica eccellente, ricca di sensibilità e inventiva che colpisce in questo lavoro. E Mark non ha bisogno di gadget tecnologici per avere uno dei suoni più belli che io conosca...

07. Helmut Lachenmann - Reigen selinger Geister - Arditti String Quartet (Montaigne - 1994).

Uno dei miei compositori contemporanei preferiti così come uno dei migliori quartetti d’archi su questo repertorio. Ancora archi, ancora un altro modo di utilizzarli. Tutti con tecniche inusuali che trasformano il quartetto in un unico strumento, ben lontano dalle sonorità utilizzate nella musica classica.

08. Christian Marclay - Günter Müller - Liveimprovisations (For4Ears Records - 1994).

Christian è divenuto famoso più come artista visuale che come musicista. Ancora un modo diverso di usare i rispettivi strumenti. Marclay, per niente un DJ convenzionale, preoccupato per i suoi B(eats)P(er)M(inute), Muller che suona ancora le percussioni ma già con processori in tempo reale.

09. Luigi Nono - La Lontananza Nostalgica Utopica Futura (Montagne - 1989).

Meraviglioso uso del suono e dello spazio da parte di questo maestro. Ancora più interessante perché basato sulle improvvisazioni di Gidon Kremer trasformate attraverso il computer in uno score per Irvine Arditti. Partiture aperte nelle quali l’interprete sceglie le durate, gli inizi, le sequenze.

10. Dmitri Shostakovich - The New Century Chamber Orchestra, diretta da Stuart Canin - Written with the Hearts Blood (New Albion Records - 1996).

Lo stupendo lavoro di un genio, affrontato attraverso leggere variazioni, nel quale possiamo ritrovare le ultime preoccupazioni del compositore riguardo i silenzi e la musica lenta. È quasi un inno contro i tempi bui che ci circondano.

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