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Brown vs Brown

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Area Sismica - Forlì - 5.4.2008

Brown vs Brown è una band giovane, ma i suoi membri hanno alle spalle una solida formazione musicale e un ricco background di esperienze. In particolare, il sassofonista Dirk Bruinsma, il più anziano nel gruppo, milita da diciotto anni nelle file dei Blast.

Formatisi nel 2004, i Brown vs Brown hanno alle spalle un paio di CD [tra cui Intrusion of the Alledged Brown Sound], il secondo dei quali uscito pochi mesi fa, e una nutrita dose di concerti in giro per l'Europa (per non smentire l'etica on the road delle band di questo genere). A conferma di ciò, quello di sabato 5 aprile all'Area Sismica non è stato un debutto nel locale romagnolo, ma ha fatto seguito a un primo concerto tenutosi un paio d'anni orsono [clicca qui per la galleria di quel concerto].

La band si muove su sonorità a cavallo fra avant-rock e jazz-core. I brani mettono in luce capacità compositive molto evolute: complessità e articolazione dei temi, ricercati anche armonicamente, che mostrano di aver ben presente la lezione del rock d'avanguardia degli anni '70 e '80; ritmi irregolari, fratturati e convulsi; sonorità aspre, in particolare quella del basso di Viljam Nybacka, che sfoggia l'inconfondibile timbro ruvido e tagliente che costituisce uno dei marchi di fabbrica del jazz-core (a sua volta mutuato dal rock underground anni '80-'90 di Chicago).

Tutti i musicisti hanno dimostrato grande preparazione tecnica e capacità esecutiva, doti richieste dalla complessità dei loro brani. Ha spiccato per esuberanza e capacità di coinvolgimento il batterista Gerri Jager; ma va ricordato anche il sax di Bruinsma per la qualità e fluidità del suo fraseggio, e la chitarra di Jeroen Kimman per la precisione e l'asciuttezza dello stile. Fra tutti e quattro i musicisti vanno poi divisi i crediti per le composizioni.

Dall'ascolto dei brani emergono alcune strategie compositive ricorrenti: temi lunghi ed elaborati, non di rado atonali, a volte appoggiati su strutture ritmiche incalzanti e incessanti, altre volte eseguiti all'unisono; aperture sull'improvvisazione che iniziano svuotando il suono rispetto all'esposizione del tema e procedono poi verso un climax sonoro e di tensione; uso di ostinati, suonati spesso da un paio di strumenti e usati come fondale per l'improvvisazione degli altri.

Nella musica dei Brown vs Brown è senz'altro percepibile un'influenza del Tim Berne dei Science Friction: nel modo di strutturare i pezzi, nell'uso degli ostinati e nella ricerca della complessità, anche se indubbiamente ci sono differenze nella sensibilità armonica che - per quanto in senso lato - nei Science Friction è senz'altro più jazzistica (e forse anche più raffinata). Ma del resto è pur vero che lo stesso progetto di Berne costituisce un'apertura ad atmosfere e sonorità rock.

Il concerto è sembrato partire con un po' di freddezza e con una certa carenza di comunicativa sul piano musicale (non su quello umano, in quanto il contatto col pubblico era anzi sempre cercato dal chitarrista Jeroen Kimman, che parla piuttosto bene l'italiano); l'energia e la comunicativa sono andate aumentando nel corso del concerto, fino a concentrarsi soprattutto nell'ultima parte.

Foto di Claudio Casanova

Altre immagini di questo concerto sono disponibili nella galleria immagini

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