Joëlle Léandre: Beauty/Resistance
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Maestra e icona dell'improvvisazione europea, Joëlle Léandre è un'artista non facile da incontrare nei festival nostrani, forse per la sua irriducibilità alle etichette con le quali si è soliti catalogare i musicisti, forse perchè autrice sempre di una musica senza compromessi. Prezioso perciò questo cofanetto edito nel 2021, anno del suo settantesimo compleanno, dalla coraggiosa label NotTwo, dedita principalmente alla documentazione delle performance improvvisative.
La confezione cartonata include tre CD di formazioni diverse nelle quali la sola a essere sempre presente è la contrabbassista francese, riprese al club Alchemia di Cracovia durante il Krakow Jazz Autumn Festival nel novembre del 2019, che appunto prevedeva una residenza della Léandre. Il primo la vede all'opera all'interno di un quartetto, accanto a un secondo contrabbasso, quello di Zbigniew Kozera, al clarinetto di Mateusz Rybicki e alla batteria di Zlatko Kaućić. Quaranta minuti divisi in due parti: una lunga improvvisazione, quasi trentaquattro minuti, e una più breve, probabilmente un bis, entrambe come tutte le tracce dei tre album prive di nome e denominate solo da numeri romani. Vi domina largamente il lavoro dei due archi, utilizzati in ogni modo tradizionale o esteso, che alternano passaggi intensi e roboanti ad altri rumoristici con stridor di corde e percussioni sulle casse, supportati dal lavoro di Kaučič che ora saggiunge al clangore, ora interviene con pennellate di colore. Il clarinetto è, di conseguenza, raramente lirico o fraseggiante, offrendo piuttosto interventi timbrici in contrasto, con effetti ora drammatici, ora semplicemente pittorici, all'interno di una trama incentrata soprattutto sull'impressionate varietà della tensione dinamica. La seconda traccia, comunque di quasi otto minuti, ha un andamento leggermente più disteso e discorsivo, pur conservando complessivamente le atmosfere della prima parte.
Il secondo CD è un duetto della contrabbassista con la sola batteria di Kaučič, suo frequente collaboratore in vari contesti. Anche in questo caso la musica si scandisce su due brani, il primo di diciassette minuti, il secondo di sette, e vi si conserva la magmatica e libera ricerca dinamica, stavolta però più nitida nei suoni e che permette una maggiore percepibilità del dialogo che dà vita alla musica. Un caleidoscopio di suoni in costante cambiamento, che alterna densità e diradamenti in modo più discorsivo, utilizzando a momenti anche vocalizzazioni, che trova la propria forma nel suo stesso divenire. Particolarmente toccante il secondo brano, aperto dalla batteria e che si sviluppa con un dialogo nel quale la Léandre è a lungo quasi lirica, in contrappunto ai mille suoni prodotti da Kaučič.
Il terzo CD è ancora un duetto, stavolta con il bassista acustico Rafal Mazur, autore anche delle suggestive note del libretto, che giustificano concettualmente la congiunzione di bellezza e resistenza presenti nel titolo del triplo album. Qui le tracce, tutte più brevi (dai quattro ai dodici minuti) sono cinque e la musica è ancor più incentrata sul dialogo tra i due artisti, prendendo così un andamento più fraseggiato. Relativamente, perché la Léandre si prende la scena più e più volte, ora con la sua corposa cavata, ora con intense prolusioni all'archetto, in generale con la moltitudine di invenzioni di cui è capace allo strumento. Spicca in particolare il terzo brano, dove la contrabbassista fa gemere le corde come una voce umana, poi lo fa suonare ad alta intensità con l'arco aggiungendovi vocalizzazioni, infine dissolve la musica con sottilissimi stridori di corde.
Tris di dischi esemplari sia per la figura artistica di Léandre, sia per l'improvvisazione europea.
La confezione cartonata include tre CD di formazioni diverse nelle quali la sola a essere sempre presente è la contrabbassista francese, riprese al club Alchemia di Cracovia durante il Krakow Jazz Autumn Festival nel novembre del 2019, che appunto prevedeva una residenza della Léandre. Il primo la vede all'opera all'interno di un quartetto, accanto a un secondo contrabbasso, quello di Zbigniew Kozera, al clarinetto di Mateusz Rybicki e alla batteria di Zlatko Kaućić. Quaranta minuti divisi in due parti: una lunga improvvisazione, quasi trentaquattro minuti, e una più breve, probabilmente un bis, entrambe come tutte le tracce dei tre album prive di nome e denominate solo da numeri romani. Vi domina largamente il lavoro dei due archi, utilizzati in ogni modo tradizionale o esteso, che alternano passaggi intensi e roboanti ad altri rumoristici con stridor di corde e percussioni sulle casse, supportati dal lavoro di Kaučič che ora saggiunge al clangore, ora interviene con pennellate di colore. Il clarinetto è, di conseguenza, raramente lirico o fraseggiante, offrendo piuttosto interventi timbrici in contrasto, con effetti ora drammatici, ora semplicemente pittorici, all'interno di una trama incentrata soprattutto sull'impressionate varietà della tensione dinamica. La seconda traccia, comunque di quasi otto minuti, ha un andamento leggermente più disteso e discorsivo, pur conservando complessivamente le atmosfere della prima parte.
Il secondo CD è un duetto della contrabbassista con la sola batteria di Kaučič, suo frequente collaboratore in vari contesti. Anche in questo caso la musica si scandisce su due brani, il primo di diciassette minuti, il secondo di sette, e vi si conserva la magmatica e libera ricerca dinamica, stavolta però più nitida nei suoni e che permette una maggiore percepibilità del dialogo che dà vita alla musica. Un caleidoscopio di suoni in costante cambiamento, che alterna densità e diradamenti in modo più discorsivo, utilizzando a momenti anche vocalizzazioni, che trova la propria forma nel suo stesso divenire. Particolarmente toccante il secondo brano, aperto dalla batteria e che si sviluppa con un dialogo nel quale la Léandre è a lungo quasi lirica, in contrappunto ai mille suoni prodotti da Kaučič.
Il terzo CD è ancora un duetto, stavolta con il bassista acustico Rafal Mazur, autore anche delle suggestive note del libretto, che giustificano concettualmente la congiunzione di bellezza e resistenza presenti nel titolo del triplo album. Qui le tracce, tutte più brevi (dai quattro ai dodici minuti) sono cinque e la musica è ancor più incentrata sul dialogo tra i due artisti, prendendo così un andamento più fraseggiato. Relativamente, perché la Léandre si prende la scena più e più volte, ora con la sua corposa cavata, ora con intense prolusioni all'archetto, in generale con la moltitudine di invenzioni di cui è capace allo strumento. Spicca in particolare il terzo brano, dove la contrabbassista fa gemere le corde come una voce umana, poi lo fa suonare ad alta intensità con l'arco aggiungendovi vocalizzazioni, infine dissolve la musica con sottilissimi stridori di corde.
Tris di dischi esemplari sia per la figura artistica di Léandre, sia per l'improvvisazione europea.
Track Listing
CD #1: I; II. CD #2: I; II. CD #3: I; II; III; IV; V.
Personnel
Joëlle Léandre: bass; Mateusz Rybicki: clarinet; Zbigniew Kozera: bass, acoustic; Rafal Mazur: bass, acoustic; Zlatko Kaućić: drums.
Album information
Title: Beauty/Resistance | Year Released: 2021 | Record Label: NotTwo Records
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Instrument: Bass
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