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Free Fall: Amsterdam Funk

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Free Fall: Amsterdam Funk
Le attività di Ken Vandermark indicano con chiarezza lo stato polimorfo del jazz creativo di oggi. Un jazz che spesso rinuncia a costruire nuovi linguaggi, consapevole dell'esaustività della sua storia, quanto meno dal punto di vista progressivo.

Ciò non toglie vena, voglia, idee brillanti alle generazioni attuali in grado di chiosare con intelligenza scoperte sempre necessitanti di perfezionamento.

Free Fall (una tra le molte formazioni di cui il multi-sassofonista è animatore) è alla seconda prova e conferma tutte le sue doti di ensemble cameristico per nulla di maniera. Nominato in onore del celebre trio Giuffre-Bley-Swallow dei primi Sessanta, ne ripercorre il coraggio intellettuale e gli esiti musicali. Clarinetti, piano e basso sono impegnati in improvvisazioni audaci, sfruttando brevi strutture oppure dialogando senza rete.

Vandermark è il principale propulsore del gruppo con cinque notevoli composizioni, ma il lavoro è da considerare del tutto cooperativo.

Infatti, il tratto stilistico prevalente consiste in uno stimolante alternarsi di ruoli; ciascun solista può utilizzare opposti registri espressivi, in molteplici combinazioni.

Il pianoforte di Havard Wiik può sgranare fitte reti di note nella lezione di un Tristano o di un Bley, può variare le dinamiche dalle sottilissime ripetizioni di note singole agli avvolgenti bocchi di accordi nelle più raffinate gradazioni di volume.

Così come il basso di Haker Flaten e i clarinetti di Vandermark - con preferenza per il clarone - sfruttano intensamente i suoni anomali, ai limiti dell'espressionismo, ma possono anche swingare sornionamente, come nel prologo di "Accident With Ladders".

La fantasia del trio ottiene risultati memorabili con "November" che Vandermark dedica all'ex trombonista del suo quintetto, Jeb Bishop.

Qui la musica suggerisce un senso di minaccia fosca, perseguito tramite accesi contrasti di lunghezze, con duetti affannosi oppure con cadenze solitarie di erratico abbandono.

Il materiale tematico è assai vicino al Jimmy Giuffre più sperimentale: intervalli asimmetrici, virtuosismo atonale, ironia fredda.

Ciò che è più personale emerge nell'apporto improvvisativo dei singoli.

Di Vandermark molto si conosce; occasione dunque per ammirare la scioltezza di Wiik e la maestria di Haker Flaten, entrambi componenti del forte gruppo norvegese Atomic.

Visita il sito di Ken Vandermark

Track Listing

01. Accidents With Ladders (for Nat McBride) (Ken Vandermark) - 4:52; 02. Framework 4 (Vandermark-Wiik-Haker Flaten)) - 0:55; 03. November (for Jeb Bishop) (Vandermark) - 8:13; 04. Framework 6 (Vandermark-Wiik-Haker Flaten) - 1:31; 05. Turn[s] (for Terrie Ex) (Vandermark) - 10:20; 06. Framework 9 (Vandermark-Wiik-Haker Flaten) - 2:08; 07. 291 (for Jimmy Giuffre) (Vandermark) - 3:39; 08. Framework 5 (Vandermark-Wiik-Haker Flaten) - 2:15; 09. Lonnie (Havard Wiik) - 5:12; 10. Framework 3 (Vandermark-Wiik-Haker Flaten) - 3:03; 11. Still Life (for Willem de Kooning) (Vandermark) - 7:40; 12. Framework 10 (Vandermark-Wiik-Haker Flaten) - 3:08; 13. Mythologies (Wiik) - 7:56

Personnel

Ken Vandermark
saxophone

Ken Vandermark (clarinetti); Havard Wiik (piano); Ingebrigt Haker Flaten (contrabbasso)

Album information

Title: Amsterdam Funk | Year Released: 2006 | Record Label: Smalltown Supersound

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