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Satoko Fujii: Altitude 1100 Meters

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Satoko Fujii: Altitude 1100 Meters
Satoko Fujii non smette di stupirci e deliziarci con le sue creazioni a getto continuo, nelle quali spesso indaga territori fin lì inesplorati: stavolta ci offre un lavoro che la vede alla testa di un sestetto completato da un quartetto d'archi (con contrabbasso al posto del violoncello) —tipo di ensemble con cui finora non si era mai cimentata—al quale si aggiunge la batteria di Akira Horikoshi.

Nato come opera celebrativa del proprio sessantacinquesimo compleanno e titolato in omaggio alla sua composizione, avvenuta tra luglio e agosto del 2023 sulle montagne della prefettura di Nagano, in una casa appunto a 1100 metri d'altezza, questo nuovo lavoro della geniale pianista giapponese è una suite pentapartita, ispirata allo scorrere di una giornata e nella quale—come si confà alla Fujii—si fondono scrittura e improvvisazione.

Le prime parti si sviluppano con molta aderenza alle loro titolazioni: lenta e dinamicamente molto soffusa la prima, dove la nebbia del mattino è rappresentata dagli archi e da qualche intervento rumoristico della batteria; aperta dalla comparsa del piano, sole in ascesa sospinto dagli archi, è poi in progressiva ascesa dinamica la seconda, così da dettare l'impressione dell'alba che si afferma, fino a un'esplosione magmatica alla conclusione, che esce dalla mera descrittività e assume un senso impressionistico. La terza parte, che descrive il pomeriggio, è nei dettagli più jazzistica, attraversata com'è dal pizzicato del contrabbasso e dai rulli della batteria, ma le risposte dei violini, ora pizzicati, ora fraseggiati, compongono un'atmosfera singolare, sospesa e ricca di pathos, che culmina in un crescendo che quasi annuncia lo scoppio della pioggia della parte successiva.

Quest'ultima si avvia in modo chiaramente descrittivo, con sonorità che richiamano appunto la pioggerella del titolo, ma prosegue in direzioni diverse, perdendo un po' coerenza anche per una lunghezza forse eccessiva (si sfiorano i venti minuti), ma aprendo anche alcuni splendidi scenari, quali un dialogo tra pianoforte e batteria, spazi di espressività per i violini, un grande assolo del contrabbasso di Hiroshi Yoshino, fino all'assolo della batteria, che lancia la panica conclusione collettiva, uno dei momenti che richiamano situazioni per la Fujii più tipiche. L'ultima parte, il crepuscolo, è forse quella meno descrittiva, ma anche la più varia: aperta da un solo batteristico, ha in realtà poi un andamento più cameristico che jazzistico, con momenti collettivi di grande espressività che culminano nella (anche dinamicamente) intensa conclusione.

Il clima generale della musica è sinfonico-cameristico; i due violini e la viola non hanno molti spazi per il vituosismo, ma la drammaticità espressiva delle corde viene sfruttata in modo ammirevole, sia in solitudine, sia in contrasto con il pianoforte e —soprattutto —in relazione alla batteria, il cui ruolo in un contesto simile costituisce un elemento che caratterizza il lavoro. La pianista vi svolge un ruolo direttivo ma strumentalmente limitato, lasciando che gli impasti di violini e viola s'intersechino soprattutto con la batteria o con il pizzicato jazzistico del contrabbasso. La parziale descrittività della musica contribuisce alla sua coerenza, ma ciò che fa di Altitude 1100 Meters un lavoro di primissimo livello sono soprattutto da un lato la ricchezza timbrica, dall'altro la nitidezza dei suoni, tra i quali spesso emergono per bellezza quelli della batteria di Horikoshi.

Album della settimana.

Track Listing

Morning Haze; Morning Sun; Early Afternoon; Light Rain; Twilight.

Personnel

Additional Instrumentation

Atsuko Hatano: viola, electronics.

Album information

Title: Altitude 1100 Meters | Year Released: 2025 | Record Label: Libra Records

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