Home » Articoli » Album Review » Bill Frisell: All We Are Saying...

Bill Frisell: All We Are Saying...

By

Sign in to view read count
Bill Frisell: All We Are Saying...
Tutto è cominciato a Parigi, nell'ottobre del 2005. Sbarcato in Europa con Jenny Scheinman e Greg Leisz per un lungo tour (due le date italiane: a Sacile prima, e a Roma poi), Bill Frisell approda alla Cité de la Musique nei giorni in cui si celebrano la vita e la musica di John Lennon con una serie di proiezioni, installazioni, concerti e una mostra. Niente di più naturale per gli organizzatori che chiedere al chitarrista di Baltimora di partecipare all'evento. Qualche ora di prove, e il trio imbastisce undici cover lennoniane-beatlesiane da offrire alla platea.

L'esperimento funziona. I tre si divertono, il pubblico pure: quello di Parigi, e quello che nelle serate successive assiste alle repliche dell'omaggio, ignaro di quel che sta per ascoltare («Era fantastico vedere la reazione della gente dopo due o tre pezzi, quando iniziava a capire cosa stava succedendo», scrive Frisell nelle note di copertina).

E arriviamo a tempi più recenti: a una tre giorni allo Yoshi's di Oakland datata aprile 2010, che vede il trio evolvere in un quintetto con l'aggiunta di Kenny Wollesen e Tony Scheer, e al luglio del 2011, che segna l'ingresso in studio della band sotto l'egida dell'immancabile Lee Townsend e dalla Savoy, alla quale Frisell è approdato dopo il divorzio dalla Nonesuch.

Tutta questa puntigliosa cronistoria per dire che All We Are Saying... è un disco che viene da lontano, esito ultimo di un percorso di appropriazione e messa a fuoco del canzoniere lennoniano che è durato poco meno di sei anni. E il risultato è un atto d'amore sorretto dalla purezza e dalla sincerità necessarie per non soccombere a un repertorio che è una sorta di bene Unesco, un patrimonio dell'umanità.

L'approccio ai sedici brani in scaletta è allo stesso tempo radicale e rispettoso: radicale perché la traslazione all'interno dell'universo friselliano è totale; rispettoso perché l'integrità-riconoscibilità melodica delle canzoni viene attentamente salvaguardata. Solo cinque volte si superano i cinque minuti, quasi sempre si rimane sotto i quattro, raramente (in "Mother," ad esempio), si spinge sul pedale dell'improvvisazione. A fare la differenza sono i dettagli e le trame, il calore, i colori.

"Across the Universe" è una folata di scirocco: classe ed eleganza allo stato puro. Commovente "Nowhere Man," trascinante "Please, Please Me," deliziosa "You've Got to Hide Your Love Away". E poi "Hold On," "Julia," "Woman," "Beautiful Boy," la toccante "In My Life" (ah, quelle sovrapposizioni da brivido tra steel e Telecaster! Il violino sognante! I colpi di spazzola! E poi un dolcissimo minuetto a chiudere il cerchio. Incantevole). C'è di che riempirsi il cuore e le orecchie. Poco importa che qua e là si noti qualche sbavatura (La più evidente? "Imagine": troppo timida per essere vera): All We Are Saying... riappacifica e consola. Vi pare poco?

Track Listing

Across the Universe; Revolution; Nowhere Man; Imagine; Please Please Me; You've Got to Hide Your Love Away; Hold On; In My Life; Come Together; Julia; Woman; #9 Dream; Love; Beautiful Boy; Mother; Give Peace a Chance.

Personnel

Bill Frisell
guitar, electric

Bill Frisell: guitar; Greg Leisz: steel and acoustic guitars; Jenny Scheinman: violin; Tony Scherr: bass; Kenny Wollesen: drums.

Album information

Title: All We Are Saying... | Year Released: 2011 | Record Label: Savoy Jazz


< Previous
Unity

Comments

Tags

Concerts

Jul 26 Fri

For the Love of Jazz
Get the Jazz Near You newsletter All About Jazz has been a pillar of jazz since 1995, championing it as an art form and, more importantly, supporting the musicians who create it. Our enduring commitment has made "AAJ" one of the most culturally important websites of its kind, read by hundreds of thousands of fans, musicians and industry figures every month.

You Can Help
To expand our coverage even further and develop new means to foster jazz discovery and connectivity we need your help. You can become a sustaining member for a modest $20 and in return, we'll immediately hide those pesky ads plus provide access to future articles for a full year. This winning combination will vastly improve your AAJ experience and allow us to vigorously build on the pioneering work we first started in 1995. So enjoy an ad-free AAJ experience and help us remain a positive beacon for jazz by making a donation today.

More

Popular

Get more of a good thing!

Our weekly newsletter highlights our top stories, our special offers, and upcoming jazz events near you.