Geri Allen, Kurt Rosenwinkel: A Lovesome Thing

Non si può certo dire che le carriere di Geri Allen e Kurt Rosenwinkel si siano incrociate spesso. Eppure tra i due c'è sempre stata amicizia e stima reciproca, confermate in questo concerto parigino del 2012, dedicato dal chitarrista alla memoria di Geri, scomparsa presto e assai rimpianta.

In effetti, tutti i pianisti all'avanguardia della scena odierna individuano Geri Allen come punto di riferimento costante, per il suo rigore di compositrice e improvvisatrice, per la sua capacità sintetica di avvicinare i linguaggi, per la sua conoscenza ampia di tradizione e ricerca contemporanea.

Basta ascoltare con attenzione l'incipit dell'album, una interpretazione della somma "A Flower is a Lovesome Thing" di Billy Strayhorn, che ne svela i tratti più brillanti, con quel gusto dell'indeterminato che trova sempre un punto di caduta armonico e razionale, con quell'invito naturale a chi le sta accanto a rischiare qualcosa di più del lecito. E anche Rosenwinkel in questo brano dà il meglio di sé, con quel gusto squisito per le sfumature e le frasi allusive, pur con quella voce strumentale forse un po' derivativa (talora Abercrombie, altre volte Metheny..)

La formula del duo chitarra-piano è assai rara nel jazz, fa scuola l'incontro tra Bill Evans e Jim Hall, che comunque non può certo dirsi modello per i nostri due protagonisti, così come l'estemporaneo duetto tra Fred Hersch e Bill Frisell. Allen e Rosenwinkel perseguono qui un concetto di bellezza quieta, senza traumi, forte di un virtuosismo sorvegliato, che rispecchia una reale volontà di riconoscimento reciproco, che disvela i temi dopo un'indagine armonica paziente e certosina (la "Embraceable You" nell'arrangiamento di Herbie Hancock), oppure gioca in souplesse con la meraviglia della monkiana "Ruby My Dear." I due pezzi originali, firmati uno a testa, sono entrambi waltz calibrati e meditati, che non vanno a stravolgere il clima generale dell'esibizione, che ha come difetto un certo andamento monocromo, tutto giocato sul relax, lontano dall'azzardo che pure i due avrebbero nelle rispettive corde espressive.

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