Dominic Miller: 5th House

Il titolo 5th House rimanda alla quinta casa astrologica, che solitamente viene definita come la casa del piacere. E in effetti nell'album firmato da Miller il tutto sembra rimandare al concetto di amore e passione, in quanto le melodie sono spesso costruite su atmosfere levigate, dall'animo gentile e prossime a un'idea di bellezza formale che ammalia. Modo che viene messo in evidenza nell'iniziale "Angel" e nella successiva "Embrance," due momenti dove a farla da padrone è un'attitudine soft, leggera nel suo incedere senza nessuna fretta e dai movimenti estremamente delicati. Ma 5th House sa essere anche altro. Come dimostrano le attitudini vagamente bossa che colorano "Waves," la fusion che impregna brani come "Tokyo" e il carattere dai toni più decisi di "Yes". Il tutto in una buona alternanza, anche se al centro del nucleo espressivo restano ferme le atmosfere distese, come si evince in "Catalan" e nella conclusiva "Gate 23,"

Tra i tanti nomi importanti presenti in line up ci sentiamo di sottolineare il lavoro alle tastiere di Mike Lindup e Yaron Herman, equilibrati e mai invadenti, in un album registrato mentre Miller si trovava in tour con Sting nel 2011, quindi senza una grande pianificazione, ma a vantaggio della spontaneità, scaturita dalla voglia di riflettere uno stato d'animo positivo e di grande affiatamento.

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