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Anthony Braxton: 4 Compositions (Ulrichsberg) 2005. Phonomanie VIII (4 CD)

Anthony Braxton: 4 Compositions (Ulrichsberg) 2005. Phonomanie VIII (4 CD)
Italo Calvino, parlando di Gadda in una delle sue lezioni americane, affermava: “egli vede il mondo come un ‘sistema di sistemi’, in cui ogni sistema singolo condiziona gli altri e ne è condizionato”.

Quale migliore osservazione per tentare di spiegare la musica attuale di Anthony Braxton?

Il compositore chicagoano continua a riassemblare una mole di materiale enorme, che si espande man mano che il suo autore la revisiona, la arricchisce di nuove interpretazioni, la trasforma metodologicamente in una moltiplicazione di testi.

Bisogna aver pazienza, con mister Braxton! Niente formulette o punti di riferimento stabili, proprio perché la cattedrale sonora in via di costruzione prevede teorie architettoniche originali, sprigionate da un meticoloso work in progress personale.

Sembra quasi che Braxton consciamente percorra una strada solitaria in salita, felice di perseguire il suo vero obiettivo, a costo di trovare pochi viandanti con cui condividerlo. Una condizione nietszcheana di “gaia scienza”!

Il quadruplo CD in questione offre svariati stimoli di ascolto e di riflessione, ma per avvicinarsi decentemente all’opera ci vogliono diversi ascolti, cioè molto tempo libero, dato che che i pezzi variano in durata dai 35 ai 65 minuti. Dubito che masse di ascoltatori vi si dedicheranno.

Ad ogni modo, si tratta di una sorta di polittico che dal piano solo al trio all’orchestra illustra un affrancamento definitivo da ciò che chiamiamo jazz, un percorso che peraltro Braxton sta già affrontando da molti anni. La sua ormai è una musica talmente personale da scoraggiare qualsiasi paragone stilistico. Gli accostamenti sono possibili solo all’interno del repertorio braxtoniano, per valutare quale itinerario abbia intrapreso una data composizione, quali evoluzioni abbia raggiunto il rapporto dialogico tra gli esecutori.

Sì perché Braxton tesse una rete fittissima di rimandi: un dato pezzo scivola in un altro, una sezione di x può proseguire con una sezione di y, sicchè il risultato finale intanto è sempre provvisorio, e poi somiglia alle opere cubiste di Braque o Picasso, là dove la polverizzazione della figura è assioma stilistico.

Phonomanie VIII offre musiche per pianoforte, per trio con sassofoni, elettronica, tromba e percussioni, infine per grande organico e sistema “Tri-Centric”.

La composizione n. 301 per pianoforte è eseguita da Genevieve Foccroulle. Il lavoro è di impressionante lucidità, con un perfetto controllo del materiale sonoro: frasi legate, con poche spezzature, che utilizzano intervalli larghi, avulsi da consonanze melodiche, ma che se ascoltate con rilassatezza comunicano un’armonia dai toni pacati, quasi malinconici. Sembra che il riferimento più diretto sia ai “Kinderstuck” di Webern, pur se il metodo dodecafonico dell’austriaco viene variato da molteplici suggestioni tecnicamente più varie.

E’ la musica pianistica di Braxton più convincente fin qui ascoltata, e la Foccroulle (splendida) annuncia l’esecuzione dell’integrale, circa una dozzina di pezzi. Attendiamo!

Il lavoro più appassionante del cofanetto è per me la “Composition No. 323a” per trio, che l’autore rubrica sotto la sigla “The Diamond Curtain Wall Music”.

Una rete infinita di combinazioni improvvisate dove Braxton si distende con leggerezza, rabbia, lirismo, furia, volando con il contralto, il sopranino, i fondali elettronici, interagendo con il magnifico Taylor Ho Bynum alla tromba e Aaron Siegel alle percussioni. Un aggancio felice con il Braxton di un tempo, quello più “semplicemente” jazzistico (che personalmente preferisco), tuttavia completato dalle istanze più visionarie della sua tavolozza espressiva.

Le rimanenti due opere sono quelle più complesse e difficili da inquadrare, e rientrano nella cosiddetta tecnica “Tri-Centric”. Vale a dire che le dinamiche dell’esecuzione sono decise a turno da tre “direttori” che lavorano sia indipendentemente sia connessi agli altri, a seconda dei momenti del flusso sonoro.

Le versioni dal vivo del concerto di Ulrichsberg mettono a confronto timbriche diversificate, con prevalenza di fiati e archi. La scrittura è densa, apparentemente statica ma in realtà in continuo sottile movimento: un formicolio incessante di frasi che trascolorano da un’indistinta polifonia ad accensioni di violento espressionismo. Pochissimo spazio al solismo, Braxton razionalizza qui un linguaggio collettivo di rara disciplina.

Le medesime tecniche erano state realizzate nel terzo volume di (Yoshi’s) 1997, ultimo espisodio della saga braxtoniana per nonetto che la Leo ha pubblicato nel corso degli anni.

Con queste edizioni la “ghost trance music” di Braxton si qualifica come un sistema sonoro imprescindibile per lo studio musicologico dei nostri tempi.

Track Listing

CD 1 01. Composition No. 301 - 34:53 CD 2 01. Compositions No. 96 + 134 (tri-centric version) - 56:05 CD 3 01. Composition No. 323a - 47:20 CD 4 01. Compositions No. 169 + 147 (tri-centric version9 - 64:54 tutte le composizioni sono di Anthony Braxton

Personnel

Anthony Braxton
woodwinds

Genevieve Foccroulle (piano); Anthony Braxton (sassofoni, flauti, clarinetti, direzione, elettronica); Taylor Ho Bynum (tromba, direzione); Aaron Siegel (percussioni, direzione); Judith Lehner (clarinetto, clarinetto basso); Benjamin Weldekamp (sax alto, clarinetto); Tanja Feichtmair (sax alto, clarinetto basso); Boris Hauf (sax soprano, tenore e baritono); Lorenz Raab (tromba); Bertl Mutter (trombone, euphonium); Ali Angerer (tuba); Burkhard Stangl (chitarra elettrica); Joanna Lewis, Anne Harvey-Nagl (violino); Elaine Koene (viola); Roland Schueler (violoncello); Hannes Enziberger (contrabbasso)

Album information

Title: 4 Compositions (Ulrichsberg) 2005. Phonomanie VIII (4 CD) | Year Released: 2007 | Record Label: Leo Records

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