Aa.Vv.: ZE 30 - Ze Records Story 1979-2009

Non mi vengono termini più adatti a questo omaggio che la Strut dedica a una delle etichette più originali e interessanti degli ultimi trent'anni, la ZE Records fondata proprio dnel 1979 dall'inglese Michael Zilkha e dal francese Michel Esteban e che è stata in grado di sintetizzare con straordinaria efficacia [nonché con un look che la portò a essere definita da The Face come ''the most fashionable label in the world''] le tensioni creative newyorkesi di quegli anni.

Tra la grande crisi degli anni Settanta - da cui scaturirono le scene punk-funk e no-wave - e l'illusione disco edonista del decennio successivo, l'etichetta ha saputo tracciare delle linee trasversali in grado di congiungere il meglio dei tanti universi [umani e espressivi] che si agitavano nella grande mela, risultando, a trent'anni di distanza, ancora più significativa, non solo per la diretta influenza su tutta una serie di artisti che a quelle sonorità hanno deciso di rifarsi esplicitamente, ma anche per la varietà e l'apertura agli stimoli più disparati.

Un disco certo non basta a racchiudere tutto il meglio che l'etichetta ha saputo esprimere negli anni della sua massima attività [fino alla metà degli anni Ottanta], ma non c'è dubbio che la scelta dei compilatori - lo stesso Michel Esteban assieme al patron della Strut Quinton Scott - risulti efficace, nonché piuttosto irresistibile anche per l'ascoltatore che per la prima volta si accosti a queste sonorità: dai Was (Not Was) a Marie et les garcons, passando per le varie creature di Kid Creole [cui la Strut ha già dedicato un valido omaggio antologico, Going Places: The August Darnell Years 1976-1983] e per James White/Chance - di cui troviamo qui la classica "Contort Yourself" - per i Material con Nona Henrdryx e per i Suicide [nonché per l'Alan Vega allucinato rockabilly solista di "Jukebox Babe"], nonché per cose deliziose come Cristina e la sua "Things Fall Apart".

Con tutte le sue contraddizioni e molte ingenuità, con l'energia e le marginalità che serpeggiavano in quelle scene, questa raccolta è un notevole punto di partenza per approfondire sonorità che suonano stranianti e virali ancora oggi. Consigliato!

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