Fulvio Buccafusco: Zagara e sale

Guida il suo quartetto con mano sicura agendo con uno stile molto elegante e moderno, di matrice europea. Le sue composizioni sono tutte ben ragionate, a partire dal "Tango matto" di apertura, un brano che non è un omaggio a Piazzolla ma solo un modo di usare questo ritmo nel jazz, cosa che lui fa con molta perizia. Stefano D'Anna si conferma come un sassofonista di statura internazionale, abile nel dare spessore e consistenza espressiva ai suoi assoli, ben mirati, pensati, incastonati in una band che suona insieme perfettamente, senza accompagnatori ed accompagnati. Oltre alle riuscite composizioni del leader ci sono due standard, di Ellington e Jobim, in cui il pianista David Berkman si fa da parte per lasciare il posto alla bella voce della cantante Florinda Piticchio.

Il loro gusto interpretativo, la compattezza, la discrezione con cui affrontano la materia sonora, ne fanno un gruppo di altissima levatura. Li si ascolti su "Mr. Van Gogh", con l'introduzione vagamente free, con le note che a poco a poco si cercano per formarsi nel suggestivo tema, stanno lì a creare una musica che sembra cullante, riposante, ed al cui interno invece ci sono tensioni, profondità armonica, sottigliezze che danno l'impressione che Buccafusco vuol trasmettere nel titolo: la contraddizione fra la dolcezza della zagara ed il sale, "che a lungo andare logora e corrode", come scrive nelle liner notes.

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