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Dane Rudhyar: Works for Piano

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Dane Rudhyar: Works for Piano
Dane Rudhyar nacque a Parigi nel 1895. Il suo vero nome era Daniel Chenneviere, ma decise di cambiarlo quando si trasferì a New York, nel 1916. La presente incisione offre un’ampia panoramica della produzione per il pianoforte, che fu uno dei suoi strumenti preferiti.

Il pianoforte era, per Rudhyar, una “collezione di gongs e persino un’orchestra sinfonica miniaturizzata”. Egli riteneva che il compositore-pianista, premendo i tasti, fosse simile ad uno scultore quando lavora con lo scalpello. Certo è che gli agglomerati sonori cui il compositore franco-americano dà vita sono quasi del tutto avulsi dalla logica dall’armonia tonale: sono grappoli di suoni da ascoltare a sé, accostati l’uno all’altro prescindendo da ogni idea classica o romantica di sviluppo. Quella a cui si assiste è una successione di eventi sonori sospesa nel tempo, probabilmente sottoposta ad una logica più visiva che musicale.

L’estensore delle note di copertina, Kyle Gann, trova assai “verbosa” la persona di Rudyar, ma non la sua musica, che anzi considera “una delle musiche più spirituali degli ultimi 100 anni”. Il recensore della presente incisione trova verbosa, invece, proprio la musica. L’ascoltatore si trova immerso in una melassa di accordi che dopo pochi istanti divengono indistinguibili l’uno dall’altro, fini a sé stessi e del tutto insignificanti - nel senso etimologico di non corrispondere ad alcun significato, in particolare emotivo.

Ma a giudicare dalle intenzioni, Rudyar ha proprio la pretesa opposta: quella di esprimere una ben precisa successione di emozioni. Da Granites, del ’29, a Three Peans, del ‘27, fino a Tetragrams I st Serie, del ’20-’27, i brani abbondano di indicazioni esecutive quali “with vibrant serenity”, “with triumphant exultation”, o “with tragic intensity”: ma nulla, all’ascolto, distingue queste emozioni così dettagliatamente descritte a parole. Quando intenzioni e risultato sono del tutto scollati, qualcosa non torna.

Fortunatamente il CD è chiuso dal più suggestivo e “godibile” Third Pentagram, del ’26, molto ben eseguito dal bravo Steffen Schleiermacher. Qui Rudhyar dipinge una serie di immagini (nell’ordine Gates, The gift of blood, Pentecost, Stars e Sunburst), con un simbolismo mistico e visionario decisamente più aderente all’oggetto rappresentato, che avvicina questa musica a quella di un altro “mistico” vissuto a cavallo fra i due secoli, Scriabin.

Track Listing

01. Granites - 9:47; 02. Three Peans - 9:05; Tetragrams I st Serie: 03. Quest - 9:49; 04. Crucifixion - 9:44; 05. Rebirth - 11:36. 06. Third Pentagram - 14:39

Personnel

Steffen Schleiermacher (pianoforte)

Album information

Title: Works for Piano | Year Released: 2006 | Record Label: Hat Hut Records

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