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Massimo Cavalli: Varandas do Chiado

In questo bel lavoro di jazz lirico e narrativo, non privo però di tensione dinamica e libertà espressiva, Cavalli riunisce attorno a sé ottimi musicisti per dar vita a un quartetto classico e di fatto molto paritetico - sono infatti notevoli gli interventi di tutti i musicisti - che interpreta tutte composizioni originali del contrabbassista italiano da tempo trasferitosi in Portogallo (dove il CD è prodotto).

La title track è rappresentativa della varietà stilistica del disco, unendo un mood da ballad a un'atmosfera latin, con punte espressive, specie da parte di Bearzatti al tenore, piuttosto marcate. Quelle stesse che vengono estremizzate ancora al tenore in Free Four Three (la più nervosamente dinamica delle tracce), nei due blues (l'ultimo, Marce Blues, interpretato in pieno stile Bearzatti) e al clarinetto ne Il lungo viaggio (invece la più melodica e lirica delle composizioni in programma).

Ma tutto il lavoro si muove ad alti livelli ed è sempre godibile, anche grazie al fatto che non sono solo le ance a farla da padrone: sottili ma intelligenti e originali sono infatti gli interventi del pianoforte, del quale il purtroppo poco noto Joao Paulo conferma di essere un interprete di primo piano, così come ottimo e puntuale è l'apporto della batteria di Joel Silva.

Un discorso a parte va invece fatto per Cavalli, che si mostra non solo eccellente compositore e egregio leader, ma che anche al suo strumento manifesta una caratura superiore, per suono e autorevolezza - si ascoltino esemplarmente la breve e intensa introduzione di Sabrina, il lavoro all'archetto nella Intro, il sostegno continuo e l'improvvisazione in Il lungo viaggio. Insomma, uno splendido musicista, maturo sotto ogni profilo, da noi non molto noto e che è un piacere ascoltare e apprezzare in questa sua eccellente opera.

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