New York Standards Quartet: Unstandard

Ancora standards? Sì, e non ci stuferemo mai di ascoltarli. D'altronde è questo uno dei lati eccezionali del jazz, il continuo reinventare, riscoprire e realizzare in maniera diversa e, se possibile gradevole, un brano già straconosciuto.

Il lavoro del quartetto è basato soprattutto sulla libertà dell'interpretazione, e sul modo molto personale di "suonare" lo standard. Tutto ciò è reso più semplice anche grazie al forte interplay che lega i musicisti, non soltanto dal punto di vista musicale. I quattro infatti hanno un particolare legame con il Giappone, sia per quanto riguarda la cultura, ma anche per il cibo e la lingua e non deve stupire il fatto che il loro primo CD fosse un live registrato a Tokio...

In tutto l'album si respira un'intensità particolare sia in quei brani riconoscibili alle prime note, sia in quelli reinventati, come per esempio le due tracce a firma di Berkman, "Lunar," speculare di "Solar" e "They Ballet Girl Stirs" estrapolata da "Stella by Starlight".

In Unstandard trasuda l'energia che deve aver coinvolto i quattro anche nella scelta dei brani, mischiando giuste dosi di esperimenti e linee melodiche. "But Beatiful," brano senza tempo eseguito al piano e al flauto o il sempreverde "All the Things You Are" vi faranno capire che negli standards c'è ancora tanto da scoprire, soprattutto se ad eseguirli c'è una formazione come questa...

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