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Carlo Nicita - Rosario Di Rosa Sextett: Unquiet Serenade
ByIl fatto è che il disco, sebbene ottimamente organizzato, vive soprattutto - come ogni buon lavoro jazzistico - degli apporti dei singoli musicisti, tutti straordinariamente dotati, e del modo in cui la loro interazione si compone in un disegno organico. Sotto i temi e la loro organizzata esecuzione, in altre parole, pulsano gli assoli, le voci dei singoli, e questo può non apparire immediatamente evidente, anche perché, come osservato, il lavoro di gruppo è estremamente composto e può "mascherare" i singoli. I quali invece fanno la differenza.
A cominciare dai due leader, autori a turno di tutti i nove brani. Nicita, in particolare, segna l'atmosfera generale del lavoro, con un uso del flauto non tradizionale, libera, ma anche non esageratamente virtuosistica, così da disegnare trame, ma anche da screziare il tessuto sonoro di colorazioni acide, espressive. Di Rosa è forse meno in primo piano, ma quando vi si trova (“Distance to Myself”, “Spasimo”) contribuisce ottimamente alla creazione di una musica che unisce libertà, ritmo e narrazione lirica. Accanto a loro, in particolare evidenza la tromba di Giovanni Falzone, ormai realtà del jazz italiano, che anche in questo contesto conferma le sue qualità. Tra i molti momenti in cui il suo apporto si fa fondamentale, merita di essere segnalata "Granita al limone", con un lungo ed elaborato assolo, che si integra eccezionalmente con le voci che gli fanno da sfondo.
Non da meno, tuttavia, l'apporto dell'eccellente Carmelo Coglitore, al clarinetto basso e soprattutto al sax soprano. Ad esempio in "Distance to Myself" la insistita e mai ripetitiva narratività del suo solo conferisce sostanza al lavoro del gruppo. Possente il lavoro della ritmica, in un gruppo che mantiene quasi sempre alta la dinamica complessiva, con Goloubev che si ritaglia alcuni spazi per assoli ("Paracalò") che mostrano la nitidezza del suono del suo contrabbasso.
Un disco quindi che mette in luce grandi solisti, non tutti ancora noti quanto meriterebbero, ma anche musicisti con le orecchie aperte a quanto avviene nelle avanguardie d'oltre oceano (echi di Douglas e Ehrlich si odono con una certa frequenza), ma anche non proni all'esterofilia e attenti a mantenere aperto un canale con le proprie radici: Nicita e Coglitore sono infatti membri del gruppo Mahanada (clicca qui per leggere la recensione del loro Taranta’s Circle), dedito a rileggere la tradizione popolare in chiave moderna.
Un lavoro quindi da ascoltare con attenzione e ripetutamente. Così come attenzione meritano i suoi interpreti.
Track Listing
1. Abbastanza (Nicita) - 3:45; 2. Distance To Myself (Nicita) - 12:52; 3. More (Nicita) - 7:46; 4. Spasimo (Di Rosa) - 6:58; 5. Microtune n. 1 (Di Rosa) - 3:44; 6. Granita al limone (Nicita) - 6:47; 7. Capo di buona speranza (Di Rosa) - 10:44; 8. Paracalò (Nicita) - 12:33; 9. Sing Song Girl (Di Rosa) - 4:18
Personnel
Giovanni Falzone
trumpetCarlo Nicita (flauto), Rosario Di Rosa (pianoforte), Giovanni Falzone (tromba, flicorno, elettronica), Carmelo Coglitore (sax soprano, clarinetto basso), Yuri Goloubev (contrabbasso), Cristian Calcagnile (batteria)
Album information
Title: Unquiet Serenade | Year Released: 2007 | Record Label: Abeat Records
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