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Claudio Riggio, Rino Adamo, Giancarlo Schiaffini, Marco Ariano: Uno spazio, quattro oggetti.

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Claudio Riggio, Rino Adamo, Giancarlo Schiaffini, Marco Ariano: Uno spazio, quattro oggetti.


Uno Spazio, Quattro Oggetti è un lavoro collettivo. L'ensemble costituito da Claudio Riggio, Giancarlo Schiaffini, Rino Adamo e Marco Ariano ci presenta un lavoro discografico che trascende la mera esecuzione musicale per invitare l'ascoltatore a diventare co-creatore. Questo album non è solo un'esperienza sonora, ma un profondo invito all'ascolto come attitudine compositiva.

E fin dal primo ascolto, ciò che colpisce è l'eccezionale bellezza dei suoni e l'impressione di un'omogeneità sorprendente. Nonostante le distinte personalità dei musicisti—l'approccio meticoloso e sperimentale di Riggio alla chitarra, l'istinto puro di Rino Adamo con violino ed elettronica, le suggestive sonorizzazioni di Giancarlo Schiaffini con il trombone e lo stile "percussionistico" di Marco Ariano alla batteria—l'album si fonde in un'unica, coesa entità. È quasi impossibile distinguere la provenienza dei singoli strumenti, tanto il quartetto riesce a creare un "unico suono" che avvolge l'ascoltatore, in un paesaggio sonoro omogeneo e materico. Come ci ricorda anche lo stesso Neri Pollastri nelle note di copertina ben curate nel dettaglio, puntuali e stimolanti.

Il titolo, Uno Spazio, Quattro Oggetti, evoca immediatamente l'idea della creazione, di un ambiente sonoro dove ogni elemento contribuisce a delineare una sorta di "impro ambient." La musica è materica, quasi tridimensionale, suggerendo un'immersione totale nell'opera, come se ci si trovasse all'interno di un'installazione artistica.

Con questo lavoro Riggio, Adamo, Schiffiani e Ariano chiariscono fin dal primo ascolto che l'obiettivo primario di Uno Spazio, Quattro Oggetti non è semplicemente sonorizzare un ambiente, ma piuttosto far sì che l'ascoltatore si senta "all'interno di un luogo," diventando un partecipante attivo. I musicisti non si limitano a proporre suoni; ascoltano il loro silenzio interiore e gli danno voce. La musica, in questa visione, è l'opposto del linguaggio verbale: non ha significati predeterminati, ma è la vibrazione acustica del nostro silenzio più intimo.

L'album è concepito come uno spazio in cui gli strumenti alludono a una composizione che l'ascoltatore è chiamato a ricomporre nella propria mente. Come afferma Giancarlo Schiaffini, l'improvvisazione è "quello che non si può scrivere," e il collettivo nel suo insieme aggiunge che è anche ciò che viene offerto in modo incompleto all'ascoltatore, il quale si trasforma così nel vero compositore.

Formalmente, Uno Spazio, Quattro Oggetti si presenta come un lavoro cameristico, esplorando una vasta gamma timbrica che va dal quasi impercettibile pianissimo a dinamiche medio-forti, integrando sonorità che attingono non solo al free jazz e alla musica contemporanea, ma anche al rock, pop e new wave. Nonostante questa ricchezza, la musica mantiene una notevole densità e una continuità avvolgenti.

I quattro nusicisti hanno dedicato grande attenzione al rapporto tra suono e assenza di suono, trattandoli come elementi di uguale importanza espressiva. L'uso della spazialità degli strumenti—posizionando i suoni vicini o lontani, in primo piano o sullo sfondo—crea un'illusione sonora che avvolge l'ascoltatore, guidandolo in un'esperienza quasi tattile e immersiva. Ci sono momenti di silenzio totale da parte dei singoli strumenti che sono stati curati con la stessa attenzione dei suoni, offrendo pause significative e profondamente integrate nella tessitura musicale.

Uno Spazio, Quattro Oggetti si inserisce in un percorso artistico ben definito, l'idea di composizione è legata alla destrutturazione e all'ascolto intimo. Spingendo in avanti questa filosofia, portandoli -come afferma Riggio -a "suonare la musica come fosse uno strumento," usando cioè il suono stesso per interagire con quello degli altri.

L'approccio di Riggio, in particolare, include anche una sperimentazione tecnica sullo strumento, dove la percezione tattile e il gesto diventano primari, a volte "escludendo l'orecchio" per generare suoni attraverso coreografie delle dita sulla tastiera. Questo approccio sinestetico, condiviso con i compagni di ricerca e collaboratori di quest progetto nasce da un percorso condiviso anche con i suoi precedenti compagni di viaggio come il pianista Alessandro Giachero, e mira a creare forme che generano suoni, rendendo il gesto stesso "sensuale."

In un mondo musicale spesso dominato dalla ricerca di fruibilità immediata, Uno Spazio, Quattro Oggetti si distingue per la sua coraggiosa onestà artistica. Riggio, Adamo, Schiaffini e Ariao non si preoccupano della riproducibilità o della comprensione immediata del lavoro. Al contrario, si ritiene che sia fondamentale lasciare all'ascoltatore la piena libertà di percepire e interpretare l'opera a proprio piacimento. Questa non è una provocazione, ma una scelta stilistica profonda, radicata nell'attitudine dei compositori e nella visione dell'arte come espressione autentica e senza compromessi.

In definitiva, Uno Spazio, Quattro Oggetti è un album che merita molteplici ascolti, un'esperienza che si svela progressivamente, invitando l'ascoltatore a immergersi in un universo sonoro dove la densità, l'omogeneità e la spazialità si fondono, trasformando ogni sessione d'ascolto in un atto di creazione personale. Unica pecca l'assenza dalle piattaforme, una scelta che non ne permette ad oggi la piena fruibilità e diffusione.

Track Listing

angle jungle, mos, vikr, macadam, pareti sospese, striature di verde, paesaggio di un osgno, aggeggio, rendering, prospettiva in campo lungo, ferro e menta, a sesto acuto, delta far away, campato in aria, frammenti liquidi

Personnel

Album information

Title: Uno spazio, quattro oggetti. | Year Released: 2025 | Record Label: myLab

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