Thomas K.J. Meyer: Uneven Same – Saxophone Quartets 1 2 5 6 7

Composti fra il 1990 e il 2021 e incisi nel novembre di quello stesso anno, questi quartetti per soli sassofoni (di cui uno, il No. 6, registrato nel 2010 dal solo autore su quattro piste di sax contrabbasso, di cui è specialista) illustrano l'attività di scrittura nel ramo specifico del sessantunenne sassofonista svizzero Thomas K.J. Meyer, da sempre molto attivo in organici di questo genere, e comunque atipici (per esempio accanto al connazionale Peter A. Schmid).

Il lavoro nel suo insieme va inquadrato in un'ottica massicciamente europea, in cui di conseguenza istanze jazzistiche e più squisitamente contemporaneo-colte si compenetrano senza che si possano—né soprattutto si debbano, ci mancherebbe—delinearne i confini. La logica—la linea estetica—è largamente incline a uno sperimentalismo anche piuttosto spinto, con segmenti febbrilmente cacofonici (e comunque decisamente corporei) alternati a evaporazioni anche molto prossime al silenzio, in un intrecciarsi di percorsi, e conseguenti umori, che, a dispetto di qualche periodico momento di stanca, anche vagamente claustrofobico, sfoggia una coerenza intestina ferrea, a tratti persino crudele, testimonianza di un procedere che non ammette, né certamente insegue, indulgenza alcuna.

Pagine dure e pure, quindi, ammirevoli nella loro inossidabile temerarietà.

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