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Tornano le suggestioni dei Popol Vuh, tra visioni e materia sonora

SPV - Germania - distr. Audioglobe

Celebrato anche dal Festival Aterforum 2006 a Ferrara, il rapporto tra la musica di Florian Fricke e i Popol Vuh e le immagini del cineasta tedesco Werner Herzog è un momento centrale nella storia sonora della band.

Già alla fine degli anni sessanta, l'allora neppure trentenne compositore Florian Fricke, si trovò a partecipare come assistente tecnico e figurante pianista nel film Segni di Vita, primo lavoro ufficiale di Herzog. Solo tre anni dopo nasceranno i Popol Vuh, collettivo che nella sua carriera ha spaziato dalla sperimentazione elettronica alle dilatazioni mistico cosmiche, come testimoniano i due loro capolavori, In Den Garten Pharaos e Hosianna Mantra, dischi dalla natura sonora molto differente.

Nello stesso anno di Hosianna Mantra, Fricke è autore delle musiche [al sintetizzatore] per Aguirre Furore di Dio, lo straordinario film di Herzog che vede protagonista un incontenibile Klaus Kinski alla ricerca dell'Eldorado [la colonna sonora, sarà pubblicata qualche anno più tardi]. Dopo la realizzazione delle musiche per Die Grosse Ekstase Des Bildschnitzers Steiner, Fricke bisserà l'esperienza di figurante per Herzog, comparendo come maestro di pianoforte nel poetico L'Enigma di Kaspar Hauser, eseguendo proprio un brano dei Popol Vuh.

Siamo nel pieno di quella che viene chiamata la scuola dei "corrieri cosmici" tedeschi, gruppi dalla grande visionarietà, musicisti che non potevano non colpire l'immaginazione di registi attenti alle qualità percettive globali della propria arte come Herzog. Nel 1977 infatti la collaborazione si infittisce: gli influssi etnici sulla musica di Popol Vuh si fanno sempre più presenti, a partire dalla colonna sonora dell'enigmatico e affascinante Cuore di Vetro, mentre l'anno successivo il regista scelse per il suo Nosferatu alcuni temi dell'ipnotico Brüder Des Schattens - Söhne Des Licht, disco che fa parte di una serie di nuovissime ristampe dell'etichetta tedesca SPV, da qualche anno dedita a ripubblicare l'opera omnia del gruppo e distribuita in Italia dalla Audioglobe.

Popol Vuh

Brüder Des Schattens - Söhne Des Licht

SPV

(1978 - distr. Audioglobe)

In Brüder Des Schattens - Söhne Des Licht spicca la lunga suite omonima, dai toni onirici e iterati, ammantati di mistero, ma anche di una spiritualità leggera. La predominanza delle corde, con sitar, tamboura e chitarre acustiche, avvolge anche le altre tracce del disco, più brevi, ma sempre tese a una concezione temporale estatica. La ristampa contiene anche come bonus track "Sing, For Song Drives Away The Wolves", composizione dei primi anni Novanta, virata su modalità più celtiche e meno sincere.

Con il passaggio dagli anni Settanta agli anni Ottanta, la forza compositiva della band incomincia ad alternare alti e bassi ed emerge chiaramente come - nonostante molti dei musicisti "storici" continuino a collaborare - l'avventura dei Popol Vuh coincida in modo sempre più stretto con quella del solo Fricke.

Popol Vuh

Sei Still, Wisse Ich Bin

SPV

(1981 - distr. Audioglobe)

Di quel periodo, le ristampe SPV ripropongono oggi il misticheggiante Sei Still, Wisse Ich Bin, caratterizzato dall'incedere allucinato di "Wehe Khorazin", da cupi mormorii e da sognanti aperture, come nel caso di "Garten Des Gemeinschaft", con le voci del coro dell'Opera di Stato Bavarese che emerge quasi da una nebbia gotica. Pur non essendo originariamente una colonna sonora, non c'è dubbio che la musica di questo disco si basi su una componente evocativa molto intensa e alcuni frammenti saranno inseriti - insieme ai brani di musica operistica - nella soundtrack dell'ambizioso Fitzcarraldo, ulteriore sfida di Kinski alla natura, questa volta per costruire un teatro d'opera in Amazzonia.

La minor forza creativa dei Popol Vuh coincide in un certo senso con la "normalizzazione" di alcune delle forme linguistiche che il gruppo aveva da sempre adottato: il crescente fenomeno della new age, la sempre più frequente banalizzazione delle musiche etniche, il diffondersi di mistiche a buon mercato da un lato rende meno peculiari le composizioni del gruppo, dall'altro spinge Fricke verso spazi in cui l'ambiente sonoro contiene la musica, piuttosto che essere da questa definito nei suoi confini [o non/confini]

Popol Vuh

Cobra Verde

SPV

(1987 - distr. Audioglobe)

Le ultime collaborazioni tra Fricke e Herzog saranno così Spirit of Peace, commento sonoro a un documentario del 1985 su una spedizione himalayana e la colonna sonora di Cobra Verde, disco [anche questo ristampato ora dalla SPV] fortemente caratterizzato dall'uso del synklavier e dall'alternarsi di dilatazioni, momenti percussivi e suggestioni africane, pienamente in sintonia con il soggetto, tratto dal libro di Bruce Chatwin, Il Vicerè di Ouidah.

Popol Vuh

For You and Me

SPV

(1991 - distr. Audioglobe)

Sempre più difficile è per il gruppo continuare a sfuggire alla propria nemesi, tanto che un'altra delle nuove ristampe, For You And Me del 1991, ce li presenta ormai con un disco uniformato a una sorta di world music superficiale e melodica, africana e celtica, sentimentale e mistica, che culmina nella suite "Om Mani Padme Hum".

Dieci anni più tardi Florian Fricke morirà prematuramente, ma - nonostante gli alti e i bassi specie negli ultimi anni - la sua musica e quella dei Popol Vuh rimane ricca di suggestioni: dilatatasi dalla Germania della sperimentazione concreta e elettronica fino ai confini del mondo, in cerca della conoscenza, sfiorando l'anima e il vuoto a un passo da essa.

Popol Vuh

70s Progressives

SPV

(2006 - distr. Audioglobe)

I collezionisti e gli appassionati non si lasceranno però sfuggire un'altra novità SPV, la raccolta di inediti 70s Progressives, che copre un arco di tempo che va dal 1974 al 1979: in particolare alcuni brani come "Engel Der Gegenwart" o "Der Ruf" sono coevi delle migliori colonne sonore, nel 1977, e svelano un'anima ancora pervasa da fremiti psichedelici e da turbamenti irrisolti, anche se declinati sui consueti tappeti di arpeggi. Suggestive anche "Der Grosse Krieger" e l'inquieto canto di "Dort Ist Der Weg". Da riscoprire!

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