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Things We Like: Marc Ducret, Spotify, Jazz a Milano
ByAvviato nel 2008, il progetto Tower di Marc Ducret è una traduzione in forma musicale del racconto "Ada" di Vladimir Nabokov. Nel corso degli anni, il chitarrista francese ha sviluppato Tower in vari album (Vol. 1, Vol. 2, Vol. 3 e Vol. 4) realizzati con tre diverse formazioni: un quartetto, un quintetto ed un sestetto. A coronamento di questo lungo percorso, Ducret ha riunito i tre organici, dando vita ad un'orchestra di dodici elementi traboccante di talento ed energia (Marc Ducret: chitarra; Kasper Tranberg: tromba; Dominique Pifarély: violino; Tim Berne: sax alto; Matthias Mahler, Fidel Fourneyron e Alexis Persigan: trombone; Frédéric Gastard: sax basso; Antonin Rayon: piano; Sylvain Lemêtre: percussioni; Tom Rainey e Peter Bruun: batteria). Nel mese di novembre, la band si è esibita in numerosi festival e teatri francesi, e da qualche giorno, all'indirizzo http://liveweb.arte.tv è reperibile il video del concerto tenuto al D'Jazz Nevers Festival. Due ore di musica straordinaria, come non mi capitava da tempo di ascoltare. Da vedere
La musica nel cloud.
Sia pure con molto ritardo rispetto ad altri paesi, Spotify è finalmente arrivato anche in Italia. Il servizio permette di ascoltare musica legalmente (e sottolineo legalmente), in streaming, dal proprio computer. La versione gratuita prevede la presenza di uno spot pubblicitario ogni 2-3 brani. Esiste anche una versione a pagamento (una decina di euro al mese), senza pubblicità, che permette di scaricare i brani sul proprio iPod e/o telefono cellulare per un ascolto offline. Sebbene con qualche lacuna, soprattutto su case discografiche e artisti di nicchia, la libreria di brani disponibili è impressionante e immagino che con il tempo diventerà sempre più ampia e completa. Così come immagino che presto Spotify verrà affiancato da altri soggetti che forniscono un servizio simile (i primi che mi vengono in mente sono Deezer e Google). Con buona pace di collezionisti ed amanti dell'oggetto fisico, la musica sta diventando sempre più immateriale, liquida. Personalmente, accolgo con entusiasmo questa evoluzione. Non mi sfugge il fascino che il supporto fisico ed il rituale ad esso associato - peraltro già abbondantemente svanito una trentina d'anni fa nel passaggio dal vinile al CD - possono esercitare sul musicofilo. Mi sembra tuttavia che quel poco che si perde in questo nuovo passaggio - dal CD ai file sulla nuvola - sia più che ampiamente compensato dalla possibilità di accedere in modo rapido, semplice ed economico, a tutta la musica del mondo.
I luoghi del jazz a Milano.
La congiuntura economica è indubbiamente sfavorevole, ma la Milano del jazz va contro-corrente e si veste di ottimismo. Mai come in questi ultimi mesi, infatti, la proposta jazzistica milanese è stata così ricca, vitale, interessante. Accanto ai luoghi ed alle rassegne abituali (Teatro Manzoni, Blue Note, Camera del Lavoro, Salumeria della Musica, Scimmie), in città è tutto un fiorire di locali ed eventi rivolti all'appassionato jazzofilo. Memo Music Restaurant, Fermento Art & Pub, Sunomi, Osteria Vecio Friûl, Quasi Capolinea, Vinile ... La formula prevalente è quella della "cena + concerto," e i musicisti proposti sono spesso di ottimo livello. Mi auguro di cuore che tutte queste iniziative abbiano successo, e che Milano possa tornare ad essere una città dove il jazz è di casa.
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