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Jason Stein: The Story This Time
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"Background Music" ci elettrizza con il suo fast-tempo bruciante e con i percorsi zigzaganti di clarinetto basso e sax tenore. Sono nipotini di Lee Konitz e Warne Marsh, questi audaci Jason Stein e Keefe Jackson: ne trasformano le sonorità ma ne conservano l'aplomb intellettuale e il distacco da terra. Un po' tutto l'album, che alterna composizioni di Stein a perle di Monk, Marsh e Tristano, mantiene questa andatura "cool," innervata da iniezioni di libera improvvisazione radicale, con una lucidità strutturale ed esecutiva impressionante.
È musica che ci interroga sullo stato del jazz contemporaneo, sulla sua distanza dall'innovazione ad ogni costo. Non abbiamo bisogno di nulla di nuovo se la riflessione sul passato è condotta con questa integrità e questa fantasia rielaborativa. Niente di nostalgico qui, né bella confezione. Anzi, un sound ruvido, terragno, lontano assai dalla scolasticità di molti epigoni. D'altronde il quartetto è immerso nella filosofia urbana di Chicago, luogo che da sempre intrattiene un dialogo aperto tra storia e attualità.
Stein è clarinettista con trascorsi da chitarrista rock, ma non si sente. Lo abbiamo apprezzato nel "Bridge 61" a fianco di Vandermark, ma qui vola più alto e si afferma tra le migliori "voci" in circolazione; Abrams e Rosaly sono presenti in numerose band chicagoane di vaglia; Jackson è meno conosciuto, ma il suo suono arcaico al tenore, ma anche leggero come brezza, è una sorpresa.
I due fiati scelgono di esporre narrazioni scure, quasi sempre in simultanea. Dunque il contrappunto domina -e ricorda, come detto, la scuola "cool" -ma la costruzione dei pezzi è ricca di episodi interni divaganti, molto speziati. C'è l'assolo rilassato e swingante, subito contraddetto da sequenze irsute, fosche; c'è la scansione frizzante, che si frantuma in decelerazioni e ricostruzioni. Ma soprattutto una coesione d'insieme che non tradisce esitazioni. Abrams è roccioso nel suo walk di basso e in alcune esternazioni con l'archetto, Rosaly suona a volte come i batteristi degli anni 30, altre con una grinta secca.
Tra le diverse tracce, oltre a quella di apertura, spiccano "Little Big Horse," la complessa e sfaccettata "Hoke's Dream," una "Gallop's Gallop" in cui Jacskon ruggisce al clarinetto contrabbasso. E la chiusa con il fresco Tristano di "Lennie Bird."
Ottimo.
È musica che ci interroga sullo stato del jazz contemporaneo, sulla sua distanza dall'innovazione ad ogni costo. Non abbiamo bisogno di nulla di nuovo se la riflessione sul passato è condotta con questa integrità e questa fantasia rielaborativa. Niente di nostalgico qui, né bella confezione. Anzi, un sound ruvido, terragno, lontano assai dalla scolasticità di molti epigoni. D'altronde il quartetto è immerso nella filosofia urbana di Chicago, luogo che da sempre intrattiene un dialogo aperto tra storia e attualità.
Stein è clarinettista con trascorsi da chitarrista rock, ma non si sente. Lo abbiamo apprezzato nel "Bridge 61" a fianco di Vandermark, ma qui vola più alto e si afferma tra le migliori "voci" in circolazione; Abrams e Rosaly sono presenti in numerose band chicagoane di vaglia; Jackson è meno conosciuto, ma il suo suono arcaico al tenore, ma anche leggero come brezza, è una sorpresa.
I due fiati scelgono di esporre narrazioni scure, quasi sempre in simultanea. Dunque il contrappunto domina -e ricorda, come detto, la scuola "cool" -ma la costruzione dei pezzi è ricca di episodi interni divaganti, molto speziati. C'è l'assolo rilassato e swingante, subito contraddetto da sequenze irsute, fosche; c'è la scansione frizzante, che si frantuma in decelerazioni e ricostruzioni. Ma soprattutto una coesione d'insieme che non tradisce esitazioni. Abrams è roccioso nel suo walk di basso e in alcune esternazioni con l'archetto, Rosaly suona a volte come i batteristi degli anni 30, altre con una grinta secca.
Tra le diverse tracce, oltre a quella di apertura, spiccano "Little Big Horse," la complessa e sfaccettata "Hoke's Dream," una "Gallop's Gallop" in cui Jacskon ruggisce al clarinetto contrabbasso. E la chiusa con il fresco Tristano di "Lennie Bird."
Ottimo.
Track Listing
Background Music; Laced Case; Little Big Horse; Skippy; Badlands; Palo Alto; Hatoolie; Gallop's Gallop; Hoke's Dream; Work; Lennie Bird.
Personnel
Jason Stein
clarinet, bassJason Stein: bass clarinet; Keefe Jackson: tenor sax, contrabass clarinet; Joshua Abrams: bass; Frank Rosaly: drums.
Album information
Title: The Story This Time | Year Released: 2011 | Record Label: Delmark Records
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About Jason Stein
Instrument: Clarinet, bass
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Jason Stein
AAJ Italy Staff
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The Story This Time