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Aa.Vv.: The Rough Guide to West African Gold
ByCome è facile intuire, la storia di quelle musiche e dei loro protagonisti, così come il complesso rapporto tra la loro funzione tradizionale e le nuove dinamiche internazionali, è argomento che non può essere riassunto in un disco, ma questa raccolta ha tutte le caratteristiche per stimolare all'approfondimento le orecchie più curiose, oltre ad essere un'ottima collezione di brani irresistibili.
Le nazioni "esplorate" sono Ghana, Sierra Leone, Guinea, Mali, Senegal e Nigeria, alcune delle quali furono coinvolte direttamente a livello statale nella produzione di musica tradizionale, come nel caso della Syliphone, l'etichetta della Guinea per cui incisero orchestre come la Horoya Band o Balla Et Ses Balladins [di cui alcuni componenti furono poi parte del gruppo di Miriam Makeba].
Gli stili, come sempre, possiedono quella fluidità che non consente di classificarli in modo netto, ma è anzi nel divenire dello sviluppo stilistico che risiede una buona parte dell'interesse di queste musiche. Generi come l'highlife o lo mbalax, i semi del nascente afrobeat che si possono chiaramente scorgere in brani come l'ipnotica "Let Them Talk" di Geraldo Pino, sono alcune delle componenti di questa compilation, a partire dal grande E.T. Mensah che apre il disco con "Ghana-Guinee-Mali", per arrivare all'Orchestra Baobab - recentemente tornata alla ribalta nel sempre contraddittorio palcoscenico della world music.
Ci sono gemme deliziose come "Whiskey Soda" dell'orchestra Bembeya Jazz, impregnata di aromi latini, così come la resa da parte di Dexter Johnson & The International Band di un classico come "El Manisero". Dalla Nigeria arrivano l'highlife sinuoso di Celestine Ukwu e il vortice danzante di Sir Victor Uwaifo, dal Ghana l'incedere più moderno e "pop" dei Super Sweet Talks e la chitarra [con tanto di organetto petulante e fiati] di Eric Agyeman.
Dello straordinario patrimonio musicale del Mali troviamo qui il popolare Salif Keita come ospite della Orchestre Rail Band De Bamako, la band che il Ministero dell'Informazione aveva incaricato di suonare all'Hotel e Buffet Bar della stazione di Bamako. La loro "Mali Cèbalenw" è tratta da uno dei dischi prodotti proprio dal Ministero.
In poco meno di un'ora e un quarto ce n'è quanto basta per incuriosire e divertire, per fare ballare e fare sognare: certo, si tratta di un'area e di una serie di tradizioni musicali così vaste che come si butta l'amo si prende un pesce d'oro, ma non si può negare che questo volume delle Rough Guides sia tra i più consigliati, una finestrella su un continente su cui si possono spalancare cancelli fino a che l'occhio - e le orecchie - si perdano all'orizzonte!
Track Listing
01. Ghana-Guinee-Mali - E.T. Mensah; 02. Let Them Talk - Pino; 03. Whiskey Soda - Bembeya Jazz; 04. Manicero - Laba Sosseh; 05. Ife Si Na Chi - Celestine Ukwu; 06. Moi Je Suis Décourage - Balla Et Ses Balladins; 07. Geej - No. 1 De Dakar; 08. Were Were - Horoya Band; 09. The Lord's Prayer - Super Sweet Talks; 10. Ekassa No. 34/Igiodo-Giodo - Uwaifo; 11. Abenaa Na Aden? - Eric Agyeman; 12. Mali Cèbalenw - Salif Keita; 13. Boulmamine - Orchestre Baobab
Personnel
Album information
Title: The Rough Guide to West African Gold | Year Released: 2006
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