Hanami: The Only Way To Float Free

Nato come duo in un concerto per raccogliere fondi destinati alle vittime giapponesi dello tsunami Tohoku, Hanami si allarga a quartetto, sviluppa l'idea iniziale legata alla tradizione giapponese verso territori più articolati ed eterogenei. L'idea di registrare il disco in analogico e pubblicarlo fisicamente solo in vinile risulta poi una delle carte vincenti di questo bel progetto. Il suono ruspante, granuloso, sporco si abbina a composizioni gentili che sprigionano gioia e sentimenti di stupore di fronte alla bellezza della natura, generando un contrasto di grande fascino. La combinazione piuttosto inusuale degli strumenti, la qualità e l'originalità dei musicisti fanno poi il resto.

Il clarinetto basso di Jason Stein è ormai uno dei più riconoscibili e interessanti in circolazione, il sax di Mai Sugimoto ha voce increspata ed eloquio zigzagante, spigoloso, la chitarra di Andrew Trim sa essere incisiva e camaleontica tra riff sporchi, cattivi e acide armonizzazioni di stampo folk, Charles Rumback, batterista tra i più richiesti, dotato leader di propri gruppi, è un moto perpetuo di groove e di misura.

The Only Way to Float Free risulta così un piccolo gioiello nel quale il jazz, il rock, l'improvvisazione si fondono con la tradizione folklorica giapponese senza smancerie e facili concessioni ma con forza di idee e brillantezza esecutiva.

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