Evan Parker Electro-Acoustic Ensemble: The Moment's Energy

Con una simile tavolozza espressiva a disposizione [oltre al soprano di Parker troviamo nella sezione fiati Peter Evans alla tromba, Ko Ishikawa allo sho, Ned Rothenberg a clarinetti e shakuhachi, agli archi il violino di Philip Wachsmann e il contrabbasso di Barry Guy, il piano di Agustì Fernandez, le percussioni di Paul Lytton e una schiera di manipolatori elettronici che comprende Lawrence Casserley e Joel Ryan, Walter Prati e Marco Vecchi, Richard Barrett e Paul Obermayer] è facile intuire quanto si amplino le possibilità e il musicista inglese utilizza praticamente l'intera lunghezza del disco per dipanarne alcune nella suite che dà il titolo al lavoro, The Moment's Energy.

Assemblando sia parti del concerto di Huddersfield che materiale creato in studio nei giorni seguenti, Parker lascia che i propri compagni di avventura esplorino il proprio strumento con energia sempre nuova, per poi donare ulteriori equilibri formali e narrativi [o antinarrativi, ma dall'attitudine ipnotico estatica] al tutto.

L'esito è un affresco potente e sfaccettato, fatto di respiri alieni e di alienazioni che respirano, da cui farsi travolgere oppure da lasciare da parte fino a che non viene la voglia o la curiosità di ascoltarlo da capo a fondo, perché è nelle intercapedini tra i suoni - da rimarcare tra l'altro la splendida prova di tutti gli strumentisti, in particolare il sempre eccellente Fernandez - che si annidano le sfumature più interessanti.

Un altro tassello per un progetto importante.

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