Il fine di The Mancini Project, come il titolo suggerisce, era quello di rendere omaggio al genio compositivo di Henry Mancini ed alle sue celeberrime colonne sonore da film, che sono per il sassofonista Ted Nash 'di casa', dal momento che sia suo padre (il trombonista Dick Nash) che suo zio (il sassofonista Ted Nash) hanno lavorato direttamente con Henry Mancini a molte di esse. Il risultato, tuttavia, non rende giustizia alla classe dei quattro musicisti coinvolti. Se si giudica il disco da una prospettiva squisitamente jazzistica, è un autentico flop, per via di una condotta armonica e ritmica sin troppo appiattita sui modelli originali.
Vi prevale, infatti, un eccessiva cura per lo sviluppo orizzontale della dimensione melodica, in cui il rispetto della forma prende fastidiosamente il sopravvento sulla vis improvvisativa che sarebbe lecito aspettarsi da jazzisti di tal levatura. I quattro prediligono invece le soluzioni smorzate ed eleganti, agendo come musicisti pop, il cui unico obiettivo è quello di suonare bene sul canone dato, senza la minima voglia di destrutturarlo alle radici.
Sia nella più classica formula del quartetto che nel duo sax-pianoforte ed ancora nel trio senza batteria, gli esiti jazzistici risultano piuttosto modesti. Un disco impeccabile sul piano della condotta strumentale ma esangue e privo di nerbo, riscattato solo in parte dalla pronuncia incisiva del sax del leader e poco più.
Track Listing
Theme From Night Visitor; Dreamsville; Something For Nash; Shot In The Dark; Lujon; Breakfast At Tiffany's; Cheryl's Theme; Mr. Yunioshi; Soldier In The Rain; The Party; A Quiet Happening; Two For The Road; Experiment In Terror; Baby Elephant Walk.
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