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Piccola orchestra Dino Massa: Strani effetti della globalizzazione sulla musica afroamericana:uh'anema
ByCosì sospeso tra classicismo e savoir faire tipicamente jazzistico, il pianista napoletano confeziona il suo ultimo progetto dal titolo così lungo da perdere il fiato.
Accompagnato dall’orchestra jazz del conservatorio di Napoli - quindici musicisti tra ance, ottoni, vibrafono, chitarra, basso e percussioni - il musicista ci spiega il significato della contaminazione/globalizzazione sulla musica afroamericana, ma non solo.
Perché, sotto l’”anema” si nasconde di tutto: da Charles Trenet (“Menilmontant”) a Fabrizio De André (“La canzone di Marinella”) e Lucio Battisti (“Aver paura di innamorarsi troppo”) che più che essere dei negracci invasati di jazz, sprizzano aromi europei (e mediterranei, perché no!) da primi della classe.
Allora, incuriosiscono in questo suo lavoro alchemico le “stranezze” che, oltre ai già citati dialoghi extrajazz, si arricchiscono delle misture classicheggianti (“Mister Sand”), dei ritmi reggae di “To Birthday You Happy”, del brillante swing di “Quattro” e della cover di “Come Sunday” (la bonus track con l’orchestra diretta da Bruno Tommaso), vicina e lontana dal genio ellingtoniano che lo scorso secolo aveva già capito perfettamente il senso della contaminazione/globalizzazione in musica.
Lezioni d’autore.
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