Roberto Olzer Trio: Steppin' Out

Ognuno eredita qualcosa, il punto è capire come viene "capitalizzato" ciò che si riceve.

Nel caso dell'ultima produzione del pianista Roberto Olzer, che, insieme al contrabbassista Yuri Goloubev e al preciso ed essenziale batterista Mauro Beggio, ha dato alle stampe Steppin' Out, non sembrano esserci dubbi circa la natura del jazz che è venuto a prodursi nel disco.

Chiarezza di fraseggio, suono pulito, liricità dei temi, indubbia propensione alla linearità espressiva sono i pilastri su cui poggia l'intero progetto discografico del Roberto Olzer Trio. Che siano gli studi classici di Olzer e di Yuri Goloubev a determinare le inclinazioni di Steppin' Out oppure no può essere insieme argomento irrilevante e di riflessione. Tuttavia, dato per scontato che i curricula incidono, è evidente un'interesse referenziale di questa musica verso la melodia, oltre che il rispetto delle forme e di strutture niente affatto instabili.

Una serie di fattori contribuiscono a connotare fortemente il disco in termini di sensibilità e affinità verso certa musica colta occidentale. Tra questi, l'ordinato, intonatissimo e virtuosistico flusso di note del contrabbasso, gli estemporanei abbandoni al contrappunto barocco - si ascolti "FF (Fast Forward)," che in certi momenti da un lato fa pensare a Bach, dall'altro alle realizzazioni bachiane in jazz del trio Loussier - o l'uso espressivo, "classico," del pedale di risonanza del pianoforte. Tutto ciò non intacca affatto la natura intrinsecamente jazz del Roberto Olzer Trio, al più la chiarifica, dando semplicemente un ben preciso carattere a Steppin' Out.

Inoltre,una menzione va all'etichetta Abeat sia per l'interesse che dimostra verso le eterogenee declinazioni del jazz contemporaneo italiano sia per la capacità di dare credito a operosi e appassionati musicisti anche giovani.

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