Spring: Spring

Batteria sfuggente, quasi incontrollabile e contrabbasso mobilissimo ma denso e vischioso, interagiscono telepaticamente con i due fiati, spesso sax e clarinetto basso, che fondono mirabilmente improvvisazioni senza rete con sonorità cameristiche. Sono la capacità di occupare lo spazio con nonchalance, di rispettare i silenzi e valorizzare le pause, di far incontrare gli opposti, di conciliare le incongruenze, di rendere armoniche le dissonanze, di accendere la tensione nelle linee melodiche più semplici, le caratteristiche principali dell’incisione.

C’è uno swing impalpabile e straordinario in Spring, che non ha nulla a che vedere con il battere dei piedi o il ticchettio del metronomo. E’ il respiro del corpo e della mente, il fluire dei pensieri e il succedersi delle emozioni, accompagnato sì dal frullio dei metalli e dal percuotere delle pelli, ma spontaneo nella genesi e imprevedibile nello sviluppo.

Disco voluttuoso, Spring, da assaporare lentamente e intensamente, come un grande vino da meditazione.

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