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Will Holshouser Trio: Singing to a Bee

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Will Holshouser Trio: Singing to a Bee
Se nel jazz europeo [e italiano in particolare] la fisarmonica ha trovato ormai una sua collocazione stabile, una dimensione di ponte tra le tradizioni popolari e le possibilità dell'improvvisazione, questo ruolo non è stato ancora completamente esplorato nella scena statunitense, anche in quella più incline a incorporare sonorità "altre" nel corpo della musica.

Certo negli States la musica improvvisata degli ultimi decenni ha avuto l'apporto di strumentisti di grande personalità come ad esempio Guy Klucesvsek, Ted Reichman o la più spregiudicata Andrea Parkins, ma - anche per ragioni culturali facilmente intuibili - è sempre mancato l'impatto immediato e fortemente comunicativo che nel Vecchio Continente hanno ottenuto artisti come Richard Galliano o Antonello Salis e lo strumento rimane anche oggi idealmente legato alle diverse tradizioni da ballo che lo impiegano.

Musicista di esemplare versatilità, allievo di Anthony Braxton alla Wesleyan, componente della David Krakauer's Klezmer Madness, del Septeto di Roberto Rodriguez e della strepitosa Raymond Scott Orchestrette, Will Holshouser si muove con sensibilità all'interno di questo scenario ideale, alla testa di un trio completato dal trombettista Ron Horton e dal contrabbassista David Phillips, figlio d'arte del grande Barre.

Singing to a Bee, registrato dal vivo nell'Algarve - e puntualmente proposto da una delle etichette più significative di oggi, la Clean Feed - è un disco capace di attraversare stati d'animo differenti, scenari, suggestioni che apparentemente indolenti disegnano dettagli sulla superficie dei suoni. Il titolo del disco viene dal romanzo "Lovesong for the Giant Contessa" dello scrittore texano Steven Tye Culbert e ne condivide la volontà di affrontare un percorso in cui ricerca, scoperta e narrazione riescano a completarsi in modo comunicativo.

Diversi sono gli elementi presenti nel disco, dal cajun al tango al valse musette, e i tre musicisti costruiscono attorno a questi spunti compositivi [tutti di Holshouser, tranne un'improvvisazione collettiva e la suggestiva rilettura del brano tradizionale "La Esperanza"] un disco dalle radici cameristiche ben profonde e evidenti, quasi costruito da veli sovrapposti che si muovono in combinazioni coloristiche cangianti.

Il lavoro di Phillips al contrabbasso fornisce una base solida e flessibile su cui il leader muove i piani armonici e ritmici delle composizioni, permettendo a Horton [che si conferma uno dei trombettisti più significativi della sua generazione, dotato di un timbro ironico e malinconico che riesce a cogliere gli scarti di senso e di giocarci con bravura] di muoversi con imprevedibile efficacia.

Manca probabilmente al trio un po' di malizia o di "cattiveria", elemento che in una formazione dalle timbriche così morbide e senza batteria offre i giusti ganci per evitare una certa - per quanto piacevole - uniformità. In questo senso il paragone con una band facilmente assimilabile come il quartetto di Dave Douglas "Charms Of the Night Sky" è abbastanza esplicativo. Ma molti sono i momenti riusciti, dal sogno sudista di "Far Away Home" al bell'affresco della title-track, dalla febbrile "Fish Head Stomp" alla già citata "La Esperanza".

Track Listing

The North Star; Far Away Home; Brooklyn Research; Singing to a Bee; Fish Head Stomp; Nameless; Uma Bica; Grace in Mid-Fall; La Esperanza.

Personnel

Will Holshouser
accordion

Will Holshouser: accordion; Ron Horton: trumpet; David Phillips: bass.

Album information

Title: Singing To A Bee | Year Released: 2006 | Record Label: Clean Feed Records

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