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Reinier Baas e Ben van Gelder alla Sala Vanni di Firenze

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Reiner Baas e Ben van Gelder
Musicus Concentus -A Jazz Supreme
Sala Vanni
Firenze
3.11.2017

Concerto in Sala Vanni per due giovani olandesi e promesse del jazz europeo, il chitarrista Reinier Baas e l'altosassofonista Ben van Gelder, introdotti peraltro da tre brani originali di un ottetto nostrano composto da musicisti ancor più giovani, capitanati dalla cantante Francesca Gaza.

Entrambi compositori, cresciuti nell'ambiente musicale di Amsterdam e poi perfezionatisi a New York, classe 1985 il chitarrista e 1988 il sassofonista, i due suonano spesso assieme sia in coppia come a Firenze, sia all'interno di organici più ampi. La cifra del loro duo è difficile da etichettare: basato su un repertorio di musiche originali più qualche standard (su tutti il "Body and Soul" del bis), vede affiancarsi forme espressive contemporanee ad altre più tradizionali, per certi aspetti quasi vintage.

Appartengono alle prime il flusso sonoro piuttosto articolato, complesso e a tratti trscinante che compone la struttura dei brani, la spigliata energia di Baas alla chitarra e il suono di van Gelder al sax; appartengono invece alle seconde il modo di sviluppare i fraseggi, che rimanda per l'uno a Jim Hall e per l'altro a Lee Konitz (che è peraltro stato suo maestro), l'impiego pressoché costante del plettro da parte di Baas e la rilassatezza di van Gelder -tutti aspetti che sono emersi pienamente nel bis ma che si leggevano in filigrana anche nelle composizioni originali.

Questo curioso mix, unito a una loro innegabile abilità ai rispettivi strumenti, ha permesso ai due musicisti da un lato, appunto, di presentare una proposta artistica piuttosto personale, dall'altro di trasmettere grande freschezza e vitalità: l'energia, il continuo scambio delle parti reso vivacissimo da una divertita complicità, il modo diretto con il quale i due si relazionavano anche al pubblico sono stati elementi decisivi per la buona riuscita del concerto.

Una nota sul pubblico, da tempo ormai nota dolente degli spettacoli jazzistici: pur non essendo foltissimo, era in larga misura inconsueto e particolarmente giovane. Se questo dipenda dalla presenza introduttiva dell'ottetto di giovani musicisti perlopiù locali, dalla giovane età del duo olandese e dalla curiosità di conoscerli o se sia il segno di un cambiamento più generale non è dato sapere: resta il fatto che, in sé, si tratta di una buona notizia.

Foto: Eleonora Birardi

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