David Fettmann Quartet: Prelude

Il trentatreenne sassofonista è qui alla sua prima prova da leader, e la affronta in modo robusto e deciso, sebbene forse troppo canonico. La più classica delle configurazioni strumentali, un variegato repertorio di composizioni originali - prevalentemente a sua firma, ma non mancano i contributi del pianista Sebastian Sternal, e dell'esterno Rufus Waiwright, orizzonti espressivi ad ampio spettro, dagli uptempo più sfrenati alla ballad più dolce.

La musica si muove tra echi di pop e jazz. Nella scrittura e nel fraseggio del leader si riscontrano echi dei grandi maestri del passato (in particolare, ci sembra di cogliere una certa predilezione per Wayne Shorter), mentre la sezione ritmica si muove lungo schemi coltraniani (o forse sarebbe meglio dire tyneriani).

Ottimi riferimenti, per carità. E, come sottolineavamo in apertura, l'esecuzione è brillante, vivace, impeccabile. Questi quattro musicisti conoscono ed hanno assimilato molto bene i linguaggi del jazz. Ci sembra mancare, tuttavia, quel quid in più, quel guizzo di originalità che è - a nostro avviso - indispensabile.

Vero è che il CD si muove in crescendo. Se i primi brani, pur impeccabili, non hanno molto da aggiungere a quanto già espresso in tempi più o meno recenti da altri musicisti, le ultime tre tracce lasciano invece intravedere ottimi possibilità di sviluppo.

Da verificare al prossimo album.

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