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“Offrimi il cuore”: aritmie fisiologiche ed estetiche

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Come non rallegrarsi di iniziative interdisciplinari e multimediali che con amore e chiarezza d'idee coinvolgono il jazz? Iniziative che spingono il jazz al di fuori di una compiaciuta e segregante autoreferenzialità (quella ritualità ripetitiva e appunto autoreferenziale rilevata giustamente da Theodor Adorno... peccato però che del jazz il filosofo tedesco non riuscisse ad apprezzare i caratteri più peculiari); iniziative che esaltano invece la poliedricità di questa musica, riconoscendola come fenomeno estetico a tutto tondo, capace di interagire con altre espressioni artistiche della contemporaneità.

È il caso di "Offrimi il cuore," operazione ideata e realizzata da Nero Project (sigla che contraddistingue la ricerca artistica di Antonello Fresu, fratello maggiore del famoso trombettista sardo).

L'autore ha pensato di mettere a confronto alcuni artisti con il proprio battito cardiaco: applicato un sensore al loro cuore e trasmettendo in cuffia le pulsazioni, ha invitato ciascuno di loro ad improvvisare su quella individuale base ritmica fisiologica. Le estemporanee espressioni artistiche sono state registrate in diretta sia visivamente che acusticamente.

I personaggi coinvolti, prevalentemente jazzisti ma non solo (anche Mario Brunello, i danzatori Giorgio Rossi e Pi Keohavong, l'artista visivo Alex Pinna, Pinuccio Sciola sulle sue sculture sonore...), sono quaranta e le registrazioni sono state riportate su altrettanti schermi video, che, provvisti di cuffie, permettono di vedere e ascoltare la connessione fra i battiti e la creazione artistica dei singoli.

Il tutto si è poi tradotto in esposizioni, in allestimenti di volta in volta adeguati agli spazi a disposizione: all'Auditorium Parco della Musica di Roma nell'ottobre 2012, un mese dopo in contemporanea a Ginevra e, con una performance live di Paolo Fresu, a Losanna. Inoltre il lavoro, accompagnato da una performance live di Antonello Salis, è stato presentato il 19 gennaio 2013 alla Casa del Jazz a Roma. L'ultima occasione di assistere a "Offrimi il cuore" si è verificata a Berchidda lo scorso agosto, all'interno delle belle mostre organizzate dal PAV (Progetto Arti Visive) nel contesto delle iniziative del festival Time in Jazz. Il prossimo il 6 aprile 2014, l'esperienza verrà replicata a Roma nell'ambito di una serie di giornate organizzate dal Maxxi su "Arte e psicanalisi".

"Molte delle registrazioni sono state fatte a Berchidda - ricorda Antonello Fresu - nel periodo del festival Time in Jazz. Altre sono state fatte in luoghi diversi, sia in Sardegna (Sassari, Nuoro...) in occasione del passaggio nell'isola di musicisti, sia nella penisola per altri (Auditorium di Roma per Uri Caine, Roccella Ionica, Milano, Toscana...). Come si può immaginare non è stato un lavoro semplice, dato che le registrazioni (per le quali era necessario non solo lo strumento, ma anche un ambiente insonorizzato, buio, dove poter ottenere un certo chiaroscuro) sono state effettuate, nonostante la grande disponibilità di tutti i quaranta musicisti o danzatori, in maniera totalmente precaria se non rocambolesca, tra prove di suono prima dei concerti, dopo i concerti, partenze, arrivi... Il progetto è stato realizzato nel corso di cinque anni, dal 2007 al 2012".

Nonostante il fatto che le riprese siano avvenute in un lasso temporale così ampio, le caratteristiche delle registrazioni rimangono tuttavia rigorosamente identiche nel tempo, frutto di precise scelte estetiche. Nell'oscurità dell'ambiente, le luci di Gianni Melis piombano dall'alto sul musicista, mentre l'inquadratura frontale e fissa restituisce il più oggettivamente possibile l'intima concentrazione della situazione. La durata delle singole performance invece è variabile, lasciate alla sensibilità di ogni artista.

Il progetto è stato affrontato con la stessa puntigliosa sistematicità dell'artista concettuale e dello psicoanalista (e Antonello Fresu nella vita è sia l'uno che l'altro). In merito egli chiarisce: "Naturalmente il lavoro sul cuore, che trattandosi in fondo di performance considero un lavoro di arte contemporanea, ha un forte legame con il mio lavoro come psicoanalista. Ciò che infatti mi premeva non era tanto che i musicisti potessero fare delle cose "belle," ma, piuttosto, metterli a contatto con il loro mondo più profondo, un ritorno al mondo interno rappresentato simbolicamente dal cuore e dal suo ritmo primigenio... il primo ritmo/suono che il bambino sente. In realtà chiedendo ai musicisti "solo" di ascoltarsi, lasciandoli liberi di fare ciò che volevano, hanno poi suonato tutti delle cose molto belle. Molti, tra l'altro, hanno raccontato di questo esperimento come di una delle esperienze "forti" della loro vita".

La laboriosa realizzazione del progetto, la sua traduzione in allestimenti mirati e, come vedremo, anche in un libro corredato da DVD, è frutto di sinergie individuali e istituzionali, dell'impegno collettivo di un nutrito staff di collaboratori fidati ed estremamente professionali, che hanno lavorato a stretto contatto di gomito sotto le direttive dell'autore.

I risultati di questa singolare e inedita esperienza si prestano ad almeno tre livelli di analisi.

Un primo tipo d'indagine, nel caso fosse svolto da un esperto cardiologo, potrebbe valutare le caratteristiche cardiache e le condizioni di salute dei soggetti monitorati. Ma anche un ascoltatore profano è in grado di rilevare differenze marcate fra l'uno e l'altro: in primo luogo differenze nel volume sonoro e nella frequenza (il battito di Antonello Salis o Enrico Rava è debole nel volume e lento nella frequenza, mentre quello di Paolo Fresu e di molti altri risulta più forte e su una frequenza abbastanza alta), ...tanto che c'è da domandarsi se il livello e le caratteristiche tecniche di registrazione siano rimaste sempre identiche negli anni.

Questa perplessità trova conferma nelle parole di Antonello Fresu, che precisa: "Problemi di suono esistono in alcuni video, per il fatto che dal momento in cui il progetto è partito sono state progressivamente risolte alcune delle problematiche tecniche che avevano caratterizzato i primi tempi, fino a raggiungere la qualità, molto elevata, degli anni successivi. Mentre nelle prime performance, infatti, il suono del cuore passava attraverso casse esterne e veniva captato nella stessa unica traccia dello strumento, in seguito cuore e strumento sono stati registrati su tracce diverse, rendendo possibile un buon lavoro di postproduzione fonica. Dato però che si trattava di un lavoro di documentazione di performance live, ho preferito non eliminare nessun video, anche se problematico su suono o immagine, considerato il significato "intimo" della partecipazione, fra l'altro totalmente gratuita, di tutti i musicisti".

La maggior parte dei musicisti invitati alla prova presenta comunque un battito forte e regolare... salvo alcuni: in particolare un contrabbassista, di cui non riferisco il nome, rivela una pulsazione estremamente aritmica, con accelerazioni, decelerazioni, sospensioni del battito. Si può notare inoltre che in genere lo sforzo e la concentrazione dell'emissione sonora non produce un'accelerazione significativa del ritmo cardiaco. Bisogna infine precisare che l'audio della pulsazione cardiaca non restituisce un battito marcato e cadenzato, ma piuttosto un flusso, che per attrito genera un soffio prolungato e raschiante.

Una seconda possibilità di analisi è quella prettamente estetica, sulla qualità cioè della musica prodotta da ogni singolo improvvisatore, sulla coerenza e la forza del suo messaggio, indipendentemente da (oppure in relazione con) il sottofondo della pulsazione cardiaca. Anche se in realtà in un lavoro peculiare e trasversale come quello di "Offrimi il cuore" un'analisi di questo stampo risulterebbe fuorviante e parziale, quasi inutile, tuttavia, come lo stesso Fresu precedentemente sottolineava, tutte le performance, e alcune più di altre, posseggono un intrinseco valore artistico: come non apprezzare per esempio il frenetico "treno" creato da Pierre Favre sulle sue percussioni, o l'intima e struggente linea melodica esposta da quella sorta di "ballad" improvvisata da Tigran Hamasyan?

Il terzo livello d'indagine, quello più pertinente e logico, dovrebbe esplorare e distinguere i diversi atteggiamenti creativi che i musicisti coinvolti hanno innescato di fronte alla percezione in diretta del proprio battito cardiaco. Se condotta con metodo, questo tipo di ricerca potrebbe portare a risultati interessanti, forse inaspettati, ad una sorta di rigorosa catalogazione dei processi creativi messi in atto: di dipendenza dalla pulsazione, di contrapposizione, o di serena convivenza con essa, nel tentativo di compenetrazione fra il proprio cuore e la propria volontà espressiva; ...o al contrario di fuga, di negazione dell'esistenza fisiologica per proiettarsi in un'autonoma dimensione creativa, di comodo, convenzionale o autenticamente problematica...

Anche una visione/ascolto affrettata dei video permette comunque di cogliere alcune delle soluzioni adottate. Per fare solo qualche esempio, le movenze dinoccolate del danzatore Giorgio Rossi, ma anche le melodie e il fraseggio meditabondo di Dhafer Youssef, di Enrico Rava e di altri ricercano ed ottengono un'intima consonanza con il proprio ritmo cardiaco, costruendo l'invenzione musicale su di esso. Altri musicisti, forse la maggior parte, non se ne fanno condizionare più di tanto, sviluppando una progressione sonora autonoma. Cristina Zavalloni, con un'operazione citazionista, quasi scherzosamente concettuale, intona "Mio cuore" di Rita Pavone, mentre Oren Marshall coglie l'occasione per contorcersi attorno alla sua tuba in una performance gestual- surreale. Ancora diverso e del tutto attinente risulta l'approccio di Hamid Drake, che sembra voler individuare un'identificazione fra la presenza vitale e primigenia del suo cuore e le sonorità cupe e ancestrali tratte da un tamburo a cornice.

Gli atteggiamenti dell'azione creativa da parte degli artisti implicati sono quindi molteplici; altrettanto individuali possono essere le suggestioni/impressioni che ogni spettatore può trarre dai video. La verifica è possibile perché, come molte operazioni di arte concettuale, "Offrimi il cuore" ha trovato una sintesi in una preziosa pubblicazione omonima, corredata da due Dvd che riportano tutte le quaranta performance. Il libro in carta patinata (Edizioni Time in Jazz, 2012, pag.120) è introdotto dai saggi mirati di Giannella Demuro e Marco Senaldi, procede nella corposa parte centrale con la documentazione visiva delle belle foto di Antonello Fresu su tutti gli artisti e si conclude con le biografie degli stessi. Per l'acquisto gli eventuali interessati possono rivolgersi direttamente all'associazione sassarese Isolasenzatitolo: [email protected] - tel. 079 214052 / 339 5906900.


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