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Roscoe Mitchell: Numbers

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Roscoe Mitchell: Numbers
La carriera solista di Roscoe Mitchell senza l'Art Ensemble è stata prolifica sin dal 1966, quando esordì con l'album Sound.

Proprio quel titolo sembra indicativo di un aspetto centrale nella storia di questo musicista complesso da decifrare: lo studio del suono e del sassofono indagato nelle sue molteplici possibilità. Una sorta di rovescio della stessa medaglia, e della stessa personalità, sembra essere l'attività di compositore, ancora più che di sassofonista e di ricercatore del suono, a cui Mitchell si è dedicato con continuità negli ultimi quindici anni, producendo brani e opere incentrate più sulla pagina scritta che sull'improvvisazione e con forti riferimenti alle avanguardie europee e alla musica classica contemporanea; d'altra parte questa è una caratteristica non solo sua e che sembrava già preannunciata nella diaspora parigina dell'AACM alla fine degli anni Sessanta.

In questo senso, Mitchell sembra proseguire quel percorso iniziato quarant'anni fa e volto a traghettare la cultura post-free verso una nuova concezione della musica contemporanea afro-americana, inglobando alternativamente tradizione accademica, minimalismo, elettronica, improvvisazione, musica barocca, e musica europea di fine Ottocento.

Proprio all'ambito del Mitchell compositore appartiene questo disco registrato in varie fasi tra il 2002 e il 2010. Numbers è una raccolta di brani prevalentemente scritti in cui la visione evoluta di Mitchell prende forma attraverso archi e pianoforte ma anche nei tre laconici brani per orchestra di campane e in tre pezzi cantati dal baritono Buckner, assiduo collaboratore dell'ultimo Mitchell, che canta tre testi del poeta E.E. Cummings: "Beacause It's," "Dim" e "This" che originariamente era stata adattata da Mitchell per orchestra barocca e voce.

L'unico brano in cui Mitchell brandisce il sax alto è nell'ottavo pezzo del disco, in duo con William Winant al vibrafono.

Questo disco quindi è l'ennesimo tassello di un poderoso affresco e in quanto tassello è molto parziale, forse più parziale e meno significativo della maggior parte dei lavori di Mitchell che ci è capitato di ascoltare. Per coglierne meglio il valore complessivo consigliamo di prendere in considerazione oltre agli innumerevoli ascolti, anche alcune interviste che gli sono state fatte negli ultimi quattordici anni e pubblicate su queste pagine virtuali (nel 2002 a cura di Lazaro Vega), oltre che da Musica Jazz (marzo 2006, a cura di Olindo Fortino), da Blow Up (ottobre 1999, a cura di Beppe Colli) e all'interno del volume "Parlami di musica" di Alberto Bazzurro (edizioni Zona, 2008).

Track Listing

Bells for New Orleans (prelude); 9/9/99; Sketches; because it's; this; dim; Bells for New Orleans; WR/C 2A Opus 1; 8/8/88 1st Movement; 8/8/88 2nd Movement; 8/8/88 3rd Movement; 9/9/09; Bells for New Orleans (postlude).

Personnel

Roscoe Mitchell
saxophone

Roscoe Mitchell: composition, alto saxophone (8); Thomas Buckner: baritone voice (4, 5, 6); Nils Bultman: viola (12); Joseph Kubera: piano (2, 4, 5, 6); Vartan Manoogian: violin (2); Stephen Rush: piano (9, 10, 11); Hans Sturm: double bass (3); Joan Wildman: piano (3); William Winant: tubular bells (1, 13), orchestra bells (7), vibraphone (8).

Album information

Title: Numbers | Year Released: 2012 | Record Label: Rogue Art


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