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AA.VV.: Musica Improvvisa
ByUn quadro che negli ultimi anni, soprattutto negli ultimi dieci, si è notevolmente ampliato e complicato, traendo nuova linfa da una generazione di musicisti-sperimentatori che hanno saputo raccogliere l'eredità (rimasta a lungo in attesa che qualcuno la raccogliesse) di esperienze pioneristiche come quelle dell'AAM o del MEV, aggiornandole alla luce di quanto nel frattempo accaduto - tanto, tantissimo - nei campi dell'elettronica (a trecentosessanta gradi), dell'improvvisazione di matrice radicale, ma anche del "rock" meno allineato e visionario. Il tutto rielaborando e ripensando il lascito del Novecento. Cage, Feldman, Cardew, Berio, Ligeti, Xenakis, Stockhausen, Schaeffer: nomi che fanno parte del bagaglio formativo e del lessico quotidiano di schiere di improvvisatori sparsi per il mondo. Tra Europa e Giappone, Stati Uniti e Australia, il movimento è cresciuto, ha conquistato spazi sulle riviste "indie-cool" (Wire in primis), ha acquisito una coscienza di classe, ha trovato in decine di etichette altrettanti porti sicuri: Mego, Erstwhile, For 4 Ears, Mikroton, Emanem e Psi, Touch, Fratto 9 e Boring Machines.
L'idea della ricognizione italiana - e che ricognizione! - è venuta alla milanese Die Schachtel, che in Musica Improvvisa stende un resoconto di quel che ha visto e sentito nella terra di mezzo. Il cofanetto è corposo, dieci CD e un DVD, oltre che sfizioso. Splendida la grafica, più che abbordabile il prezzo. Dentro tante visioni, musicisti giovani e meno giovani, situazioni consolidate e connessioni estemporanee, approcci disparati, esiti eterogenei. Eppure, nel marasma stordente, un minimo comune denominatore c'è: il suono. La musica che si fa gesto. Non un'estetica. Caso mai un'etica. Il suono e lo spazio. O meglio: il suono, o i suoni (pieno-rumore), nello spazio (vuoto-silenzio). Il suono che «all'improvviso emerge - si legge nelle scarne note di presentazione del progetto -. Ferisce come un grido, buca come uno sparo la pelle dell'aria, oppure sussurra e accarezza. Poi tace. All'improvviso il silenzio si tende, il vuoto si fa attesa. Le sue estremità si sporgono dal bordo e si staccano, trasformandosi in risposte stranianti che aprono discorsi inattesi. In un luogo dai confini permeabili, sempre mutevoli, particelle di vita elettrica appaiono o si nascondono, disegnando la mappa del loro territorio solo mentre lo stanno percorrendo».
Regole o consigli per orientarsi tra musica e progetti non ce ne sono, e dispensarne vorrebbe dire tradire lo spirito del cofanetto. E allora tanto vale muoversi come meglio si crede, magari partendo dai nomi nei quali capita di imbattersi più di una volta. Quelli di Elio Martusciello e Fabrizio Spera, ad esempio, che con Luca Venitucci completano la line-up degli Ossatura. Il trio sta in piedi da almeno una quindicina d'anni e per l'occasione ospita il clarinetto basso di Gene Coleman e il violoncello di Marina Peterson. I cinquanta minuti di musica che i cinque snocciolano, suddivisi in quattro corposi brani, brillano, come al solito, per lucidità e purezza di intenti. Il gruppo respira all'unisono, si muove con una sicurezza stupefacente se rapportata alla precarietà totale delle regole di ingaggio. Maturità? Certo, ma non solo. Applicazione e sudore. Dedizione. E il clarone di Coleman dona all'impasto un'oscurità carnale che raddoppia il piacere dell'ascolto.
Seguendo la teoria dei ritorni abbozzata poc'anzi, capita di incrociare di nuovo i passi dell'alchimista Martusciello alla voce Xubuxue, con Marco Ariano e Gianfranco Tedeschi. L'aria si fa un pizzico più rarefatta rispetto agli Ossatura, ma pure qui il necessario tocco di carnalità è garantito dalla presenza di uno strumento acustico: il contrabbasso di Tedeschi, che per quanto camuffato e sporcato, riesce sempre a trasmettere la sensazione del legno e delle corde. Il DVD che accompagna Eliptical, l'unica deviazione in un percorso totalmente sonoro, ripropone i tre brani intrecciandoli con le visioni di Pietro D'Agostino. Non si tratta di un extra, ma di un compendio necessario per decodificare intenti e codici di comportamento. Ritorna anche Spera, si diceva qualche riga sopra, per l'esattezza a fianco degli svizzeri Paed Conca, Hans Koch e Sabina Meyer (è l'unica puntata oltre-confine) nel quartetto Thau. La virata è netta rispetto agli Ossatura. Il taglio è quasi completamente acustico, con la voce della Meyer a rubare la scena e il basso elettrico di Conca a regalare i momenti migliori.
Doppio gettone pure per Xabier Iriondo. Il primo, l'infaticabile esploratore milanese (rientrato di recente nei ranghi degli Afterhours dopo dieci anni di auto-esilio), lo spende con il trio Wintermute, completato dal sassofonista Massimo Falascone e dal batterista Cristiano Calcagnile. La mezz'ora abbondante di musica in scaletta, sei corposi brani, si muove tra nebulose di anarchia e improvvise accensioni ritmiche, derive ipnotiche (splendida "Chiba," una delle vette dell'intero cofanetto) e squarci rumoristici. Sempre con una maniacale attenzione ai dettagli e ai colori. Un gran bel sentire. Più astratto il viaggio che Iriondo, armato di mahai metak (una sorta di chitarra multidimensionale) intraprende con le sei corde di Roberto Sassi nel duo An Experiment in Navigation. Psichedelia del terzo millennio, avant-rock che in alcuni momenti si fa siderale (l'ammaliante "Tidal Resonance") e in altri guarda al Giappone di Otomo e Keiji (gli agguati in serie di "Crustal Navigation"). Catartico.
Decisamente più terreno il progetto Tumble, ovvero la batteria, le percussioni e l'elettronica di Andrea Belfi sommate alle diavolerie assortite di Attila Faravelli. Più terreno perché il suono, qui, abbandona le volte celesti per incarnarsi e rinascere come ritmo: spietato, incalzante a tratti irresistibile (il finale marciante di "Gymnastic Apparatus," oppure "To a Metal Frame," che fa pensare a una versione più colta e meno urbana del duo Hbden/Reid). For Tumbling, mettiamo le carte in tavola, è la sorpresa più sorpresa dell'intero cofanetto, il disco che più disseta per la freschezza della proposta, splendidamente sintonizzato sulle frequenze della migliore elettronica europea. Feedback ciclici, pattern infiniti, micro-variazioni ipnotiche, masse di suono che si avvitano su sé stesse, noise a fiotti, svisate industrial. E sotto sotto, se si ascolta bene, c'è persino del funk. Altissimo livello.
Ennesima formazione, la sesta, ed ennesima virata. Con il quartetto Ligatura - Alessandro Giachero, Maurizio Rinaldi, Giacomo Papetti e Fabrizio Saiu - il "Novecento" torna a farla da padrone. Cage e Feldman le stelle polari in un cielo comunque affollato, dove trovano spazio anche il Frith più oltranzista (quello del Live in Japan, tanto per intenderci) e la radiazione di fondo emanata dalla galassia AMM (Tilbury, Rowe e Prévost con annessi padri: oltre a Feldman, Tudor e Cardew). Insomma, un profilo "colto" per un disco che vive di dettagli e gesti consegnati all'ascoltare quasi con ritrosia, con il suono che torna a farsi introspezione e il silenzio che riafferma la propria, necessaria, negatività.
Da un quartetto a un trio con gli A Spirale: sax, chitarra elettrica e batteria, Mario Gabola, Marzio Argentario e Massimo Spazzaferro. Dodici i tasselli che compongono il mosaico Viande: mai sopra i cinque minuti, spesso sotto i tre. Schegge infuocate di improvvisazione rumorosa e aggressiva, che si conficcano nelle orecchie bucando timpani e certezze. Più elettronico l'approccio degli Amp 2, che in Hopeful Monster dispiegano un armamentario tecnologico impressionante. Il risultato è una musica multistrato e multiforme, nervosa, tagliente, spesso claustrofobica. Collage inquietanti, paesaggi frastagliati. Difficile restare indifferenti alle "mostruosità" evocate dal titolo del disco. Perfetto "altro lato della medaglia" il duo Amuleto, la cui firma campeggia su 11h15: local weather forecast. Riccardo Wanke e Francesco Dillon scelgono la sponda minimal-riduzionista. I gesti sono misurati ed essenziali. Suoni spettrali fluttuano nel vuoto, ombre e spettri si agitano fino a quando il silenzio non inghiotte tutto e tutti: disco, tracce, idee, progetti, gruppi, musicisti e l'intero cofanetto.
Track Listing
CD 01: THAU Sabina Mayer: voce Hans Koch: ance, elettroniche Paed Conca: basso elettrico, clarinetto Fabrizio Spera: batteria 1. Defrost - 10.00 2. Other Tropics - 5.27) 3. Harmattan - 12.10 4. Lightning Strike - 7.15 5. Equatorial Freeze - 6.10 6. Ice Cups - 6.27 7. Misty - 8.53 CD 02: AN EXPERIMENT IN NAVIGATION Xabier Iriondo: mahai metak Roberto Sassi: chitarre 1. The Earth Abstracted From Its Geomorphic Features - 7.29 2. Wreckage In Gaddani - 8.14 3. Tidal Resonance - 11.15 4. Crustal Navigation - 3.02 5. Gnomonic - 4.01 CD 03: OSSATURA with GENE COLEMAN & MARINA PETERSON Gene Coleman: clarinetto basso Marina Peterson: violoncello Elio Martusciello: computer Luca Venitucci: piano, accordion, oggetti amplificati Fabrizio Spera: percussioni 1. Non prima - 11.09 2. Non oltre - 18.22 3. Non ancora - 10.37 4. Non più - 10.48 CD 04 + DVD: XUBUXUE - Elliptical - Fotopartiture Per Tre Improvvisatori Pietro D'Agostino: video Marco Ariano: batteria, percussioni, oggetti Elio Martusciello: laptop Gianfranco Tedeschi: contrabbasso 1. Skyline Blue - 15.00 2. Skyline Red - 15.00 3. Skyline Green - 15.00 CD 05: WINTERMUTE Cristiano Calcagnile: batteria, percussioni, oggetti, voce Massimo Falascone: sax alto e baritono, armonica a bocca, tugombuto, elettroniche Xabier Iriondo: mahai metak, oggetti, elettroniche 1. Henry Dorsett Case Folk Song - 8.29 2. Neuromancer - 7.07 3. Molly, The Razorgirl - 4.53 4. Intrusion Countermisures Electronics - 4.44 5. Chiba - 4.15 6. Wintermute - 3.35 CD 06: AMULETO - 11h15; Local Weather Forecast Francesco Dillon: violoncello, oggetti Riccardo Wanke: chitarra, basso, elettroniche 1. Mind The Gap pt.2/Langsam, Mit Innigem, Ausdruck - 9.24 2. Final Del Juego - 7.56 3. Rise And Fall Of Western Empire - 16.27 4. Mind The Gap pt.1 - 6.25 5. Almanacco dei posti sperduti - 10.03 6. Cani neri - 10.56 CD 07: TUMBLE - For Tumbling Attila Faravelli: computer e giradischi con casse preparate Andrea Belfi: batteria, percussioni ed elettroniche 1. Trampoline - 5.13 2. Gymnastic Apparatus - 5.52 3. Consisting Of A Strong Canvas Sheet - 3.33 4. Attached With Springs - 5.52 5. To A Metal Frame - 10.50 6. Used - 4.54 7. For Tumbling - 10.09 CD 08: A SPIRALE - Viande Maurizio Argenziano: chitarra elettrica e feedback Mario Gabola: sax acustico e feedback Massimo Spezzaferro: batteria e oggetti 1. untitled - 2.31 2. untitled - 2.32 3. untitled - 2.13 4. untitled - 2.58 5. untitled - 4.51 6. untitled - 4.24 7. untitled - 4.26 8. untitled - 1.32 9. untitled - 4.45 10. untitled - 3.23 11. untitled - 3.48 12. untitled - 2.52 CD 09: AMP 2 - Hopeful Monster Gandolfo Pagano: chitarra preparata, elettroniche Dario Sanfilippo: laptop, elettroniche, network basatul nonlinear DSP system Domenico Sciajno: laptop, elettroniche, Max/MSP programming Antonio Secchia: laptop, elettroniche, percussioni Andrea Valle: rumentarium, SuperCollider, percussioni elettromeccaniche elaborate 1. Parent-Explains - 12.43 2. Results - 11.57 3. Monograph - 6.39 4. Natural - 11.13 5. Thousand - 4.44 CD 10: LIGATURA - Territori Alessandro Giachero: piano preparato Maurizio Rinaldi: chitarra elettrica preparata Andrea La Macchia: contrabbasso, contrabbasso preparato Fabrizio Saiu: percussioni, percussioni preparate 1. T29 - 10.03 2. T21 - 9.16 3. T19 - 7.05 4. T22 - 6.15 5. T9 - 7.54 6. T18 - 8.20
Personnel
Album information
Title: Musica Improvvisa | Year Released: 2012 | Record Label: Fabola Records
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