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Living Coltrane feat. Enrico Rava a Vivere Jazz

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Vivere Jazz
Estate Fiesolana
Teatro Romano -Fiesole -13.07.2015

Il Vivere Jazz Festival, costola jazzistica dell'Estate Fiesolana che vede i propri appuntamenti nella prestigiosa cornice del Teatro Romano della cittadina sulle colline fiorentine, aveva quest'anno in programma, a fianco della star internazionale Hiromi una serie di concerti di musicisti locali.

Alcuni di essi sono ormai affermatissimi -come Stefano Bollani, passato con il suo progetto su Frank Zappa—altri emergenti sui quali si sofferma l'attenzione di pubblico e critica—come Simone Graziano, in cartellone con il suo eccellente quintetto Frontal—altri ancora, forse meno noti ma musicisti di grande spessore, autori di eccellenti lavori—come il sassofonista Daniele Malvisi, che ha presentato il suo sestetto, o Alessandro Fabbri e Alessandro Di Puccio, autori in quartetto di un omaggio a Luca Flores. Un programma interessante, utile vetrina per capire come si evolve questa musica in Toscana.

Tra questi concerti un posto di rilievo aveva quello del Living Coltrane, quartetto composto da Stefano Cantini, Francesco Maccianti, Ares Tavolazzi e Piero Borri, nato nel 2009 ma giunto adesso alla sua "fase tre." Dopo aver infatti esordito con un repertorio interamente di composizioni del grande sassofonista di Hamlet e aver proseguito sulla stessa via aggiungendo però come ospite Enrico Rava, il gruppo passa oggi a un repertorio originale. Il concerto di Fiesole costituiva l'occasione di proporlo e di presentare il nuovo CD, il terzo, che nel titolo riprende la poetica del progetto: Writing4Trane, cioè musica scritta per Coltrane, e non come Coltrane.

Lo spettacolo ha visto una prima parte tutta di brani originali, parte di Cantini—come "Rush," che di Coltrane riprende andamento e tensione, e "Julius Reubke"—ispirata al pianista e compositore tedesco allievo di Liszt, poi morto prematuramente—parte di Maccianti—come gli estesi e più distesi "Seeds" e "Sunset"—tutti condotti in quartetto, che hanno piacevolmente confermato la verve compositiva dei due autori, ma anche la brillantezza e la creatività concertistica dell'intero gruppo. In particolare sono svettate le ben note e mai abbastanza celebrate doti di Cantini, al soprano una delle voci più pure a livello non solo nazionale e al tenore eccellente interprete sia per intensità, sia per nettezza del suono. Ma al suo fianco Tavolazzi—altro musicista tanto schivo, quanto personale e brillante -ha a sua volta confermato di essere ai vertici del proprio strumento, prendendo anche un paio di formidabili assoli. Non da meno Maccianti e Borri, che si sono ritagliati ampi spazi di espressività.

La seconda parte del concerto ha visto l'ingresso di Enrico Rava, caratterizzato da un grande feeling con i compagni e disponibilità a entrare in modo pienamente partecipe in un contesto non proprio. Lo si è potuto apprezzare in particolare in un paio di duetti con Cantini, parsi di intensità non comune ma che, soprattutto, hanno visto i due suonare faccia a faccia, ascoltandosi e inventando il dialogo negli interstizi del fraseggio. In questa parte il programma prevedeva un alternarsi di composizioni originali e brani di Coltrane, tratti dal repertorio che il gruppo ha portato in scena a partire dall'esordio.

Concerto lungo, con un dialogo anche verbale con il pubblico (per opera principalmente di Cantini), che si è chiuso con due bis richiesti da un pubblico decisamente entusiasta.

Foto (di repertorio)
Sebastiano Bongi Toma

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